E' GIALLO SULLA MORTE DEL 55ENNE
Dolore e incredulità a Cividate Camuno per la morte di Luciano Tiberti, il 55enne ritrovato ieri pomeriggio verso le 13.00 senza vita nel cassone dove vengono stoccati tutti i rifiuti ripescati dalla griglia di sbarramento della centralina Regina sul fiume Oglio. Luciano era uscito di casa la sera di martedì verso le 21.00 per una passeggiata a piedi e non ha più fatto ritorno. Viveva in casa con la madre di 75 anni ed una delle tre sorelle: è stata porprio la sorella che vive con lui a dare l'allarme ieri mattina ai Carabinieri di Breno per il suo inspiegabile mancato rientro. Verso le 13.00 di ieri il suo corpo è stato avvistato in uno dei tre cassoni nei quali confluioscono i rifiuti pescati dal fiume dalle griglie di sbarramento della centralina: era bagnato e dunque era probabilmente rimasto in acqua. Sul posto del ritrovamento sono arrivati i Carabinieri di Breno, l'ambulanza da terra del 118 di Camunia Soccorso, l'automedica da Esine con il medico a bordo che ha verificato la morte dell'uomo, quindi gli uomini della Polizia dell'unione degli Antichi borghi ed il Sindaco di Cividate Camuno, Cirillo Ballardini. Dopo le necessarie operazione di legge, sentito il Magistrato di turno, il corpodsenza vita del 55enne è stato recuperato e trasferito alla camera mortuaria dell'Ospedale di Esine a disposizione dell'autorità giudiziaria dove nella giornata odienra è stata fissata l'autopsia. Le ipotesi della morte sono diverse: l'uomo potrebbe essere caduto accidentalmente nel fiume più a monte accidentalmente o potrebbe aver avuto un malore e quindi essere finito in acqua, ma potrebbe anche essere stato spinto da qualcuno. Pare escludersi l'ipotesi che abbia scavalcato la recinzione per entrare nel cassone della centralina, in quanto molto alta e quasi insuperabile per un uomo dalla robusta corporatura. Infine, non si esclude un gesto volontario. In queste ore è il Sindaco Ballardini ad interpretare il dolore e lo sgomento di tutta la comunità di Cividate Camuno, dove Luciano viveva con la madre e la sorella in via Don Carlo Comensoli: "Era seguito dai servizi psichiatrici della Asst della Valcamonica, era ben inserito nel paese e noto a tutti come persona, buona, educata, con un comportamento gentile e bendisposto verso tutti: insomma, un bonaccione". Intanto i Carabinieri di Breno continuano le indagini sulla morte e sul ritrovamento del cadavere per arrivare quanto prima alla verità sull'accaduto.
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