VERSO LA SOLUZIONE DEL GIALLO
Laura Ziliani non è morta di morte violenta e non è stata vittima di un incidente. Sul suo corpo non ci sono evidenti segni di violenza nè tanto meno fratture o abrasioni. Dopo l'autopsia arrivano le prime risposte ai tanti interrogativi sulla morte della 55enne impiegata del comune di Roncadelle che ha vissuto molti anni in alta Valle Camonica dove si era sposata con Enrico Zani tragicamente morto nel 2012 sotto una valanga e dove aveva lavorato come vigilessa per il comune di Temù. Per il resto bisognerà attendere che i periti completino il loro lavoro. L'esame autoptico è stato eseguito giovedì dall'equipe del dott. Andrea Verzelletti della medicina legale degli spedali civili di Brescia alla presenza dei periti di parte. Contestualmente è stato effettuato il prelievo del DNA che verrà comparato con quello fornito da Lucia, la seconda figlia di Laura. L'esame di cui si avranno i risultati probabilmente la prossima settimana dovrà dare la conferma scientifica che il corpo ritrovato domenica 8 agosto sul greto del fiume Oglio lungo la pista ciclabile fra Temù e Vione sia proprio quello dell'ex vigilessa del paese riconosciuta comunque dagli orecchini che indossava e da una ciste sotto un piede –. Per il momento – senza escludere nessun'altra pista – la tesi più accreditata è quella che la donna sia morta per avvelenamento. Sarà come detto il corpo ritrovato domenica a parlare sotto le mani degli esperti di medicina forense. Il materiale biologico sul quale devono lavorare pare sia in perfette condizioni – lo sono sicuramente gli organi interni - e quindi dovrebbe consentire di dare al più presto le risposte che si aspettano. Gli altri pezzi del puzzle li forniranno i carabinieri della compagnia di Breno che nei tre mesi fra la scomparsa di Laura Ziliani e il ritrovamento del suo corpo – 8 maggio-8 agosto – sotto l'attenta regia del capitano Filiberto Rosano comandante della compagnia – hanno continuanto ad indagare per capire che fine avesse fatto la 55enne. I primi dubbi sulla sua scomparsa sono arrivati dopo giorni e giorni di ricerche senza esito nei boschi dell'alta Valle Camonica, il resto lo avrebbero fatto le incongruenze nelle dichiarazioni delle figlie – la maggiore e la minore di 27 e 19 anni -. Tanto è vero che le due – insieme al fidanzato dalla prima sorella sono finite nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il giallo che ha sconvolto il paese di Temù terrà occupate le pagine di cronaca ancora a lungo. Intanto però il paese dell'alta Valle Camonica e la sua gente – forse la prima ad intuire senza volerla ammettere la triste verità sul caso – chiede un po' di tranquillità. In questi mesi il paese è stato preso d'assalto dai giornalisti, sono state dette e scritte tante cose, l'augurio di tutti è che al più presto si arrivi alla verità, una verità che tutti pensano farà male ma che permetterà di mettere la parola fine su una vicenda assurda che mai prima d'ora si era consumata in un piccolo paese di montagna dove tutti si conoscono e dove tutti conoscevano Laura, le sue figlie, la sua famiglia.
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