L'AUTOPSIA CONFERMA: E' LAURA ZILIANI
Dopo oltre tre mesi di ricerche, quesiti, indagini e interrogatori, il giallo di Temù ha finalmente una prima risposta. Questo giovedì mattina l’autopsia eseguita all’Istituto di Medicina Legale di Brescia dal dottor Andrea Verzeletti, consulente tecnico della Procura hanno confermato sospetti e indiscrezioni. Il cadavere rinvenuto domenica mattina da un ragazzino di passaggio sulla pista ciclabile, a ridosso del torrente Fumeclu, a Temù, in Alta Valle Camonica, è proprio quello di Laura Ziliani, l’ex vigilessa scomparsa l’8 maggio scorso. Decisivi per il riconoscimento due particolari: gli orecchini ai lobi e una ciste presente sotto il piede destro della donna. In attesa dell’esito della comparazione del dna – per il quale serviranno ancora alcuni giorni – dalla vicenda della 55enne residente a Roncadelle, ma con un legame indissolubile con la Valle Camonica – vengono spazzati via molti dubbi. Di enigma ne resta dunque uno solo, sulla bocca di tutti: com’è morta Laura Ziliani? Sul suo corpo, rinvenuto in avanzato stato di decomposizione, ma sostanzialmente integro, senza tracce di trascinamento o di stazionamento in acqua, coperto solamente dagli indumenti intimi - l’autopsia non ha rivelato alcun segno di violenza, dunque per stabilire le cause del decesso occorreranno ulteriori esami approfonditi, compresi quelli tossicologici. Restano indagati per omicidio e occultamento di cadavere due delle figlie di Laura – la più grande di 27 anni e la più giovane di 19 – nonché il compagno della prima. Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Alessio Bernardi (titolare del fascicolo aperto per il rinvenimento del cadavere) e supportati dai Carabinieri della Compagnia di Breno – ai quali sono state affidate le indagini - non escludevano che quella salma fosse incastrata in una buca o nascosta in un anfratto. A dissotterrarla la furia del torrente - ingrossato dalle forti piogge degli ultimi giorni - che l’avrebbe riportata a valle facendola riaffiorare. A questo punto, verificata l’identità della vittima, non resta che fare luce sulle ragioni e, soprattutto, sulle cause della sua morte.
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