COME E' MORTA E DOVE E' STATO IL CORPO DI LAURA?

L'arresto, venerdì mattina, delle due figlie di Laura Ziliani, Silvia e Paola Zani e del fidanzato della maggiore, Mirto Milani, non è la fine della vicenda che ha scaldato la già calda estate camuna appena trascorsa riportando la nostra valle alla ribalta della cronaca nazionale. Ci sono ancora numerosi aspetti da chiarire. Potrebbero farlo gli stessi indagati – ma probabilmente non sarà così – nell'interrogatorio di convalida che è in programma martedì e nelle successive fa. Ma sarebbe un colpo di scena. Le due giovani, Silvia ha 27 anni, Paola 19, non hanno detto una sola parola al momento dell'arresto, hanno semplicemente seguito i carabinieri della compagnia di Breno scesi dalla Valle Camonica per eseguire le ordinanze di custodia cautelare, insieme al capitano Filiberto Rosano che ha coordinato le indagini richieste dalla procura della repubblica di Brescia sull'intricato caso dell'impiegata comunale scomparsa lo scorso 8 maggio e ritrovata tre mesi esatti dopo sulle sponde del fiume Oglio lungo la pista ciclabile fra Temù e Vione. I tre arrestati erano già stati iscritti nel registro degli indagati a fine giugno con le accuse di omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Da chiarire ci sono ancora molti aspetti della vicenda che sin dal suo nascere ha fatto capire che la sceneggiata messa in campo dalle giovani quando hanno allertato i soccorsi per la scomparsa della madre era solo, per l'appunto, una messa in scena. Fra i punti da chiarire resta quello fondamentale di come sia morta Laura Ziliani. Pare che al momento – anche se oggi qualcuno avanza l'ipotesi del soffocamento – il medico legale e gli esami tossicologici non abbiano fatto altro che confermare quanto si sospettava e cioé che Laura Ziliani è stata narcotizzata, che la quantità di benzodiazepine trovata nel suo corpo non sarebbe stata sufficiente per ucciderla ma che non si sa ancora come sia effettivamente morta. Quindi è stata sedata e poi? E poi il corpo della donna – trovato in condizioni tali da far pensare che non sia stato all'aria aperta per tre mesi – è sempre stato dove è stato trovato? Per dare risposta a questi importanti quesiti sono in corso ulteriori analisi ed accertamenti, non ultimo quello sulle larve e sugli insetti presenti nel luogo del ritrovamento del cavadavere di Laura Ziliani. Intanto l'arresto dei tre indagati per l'omicidio arriva dopo mesi di indagini, intercettazioni, perquisizioni, accertamenti che gli inquirenti hanno continuato a svolgere sin da quando è nato il sospetto che Laura Ziliani non fosse rimasta vittima di un incidente in montagna. Le prime discrepanze nel racconto dei familiari della vittima si sono notate sin da subito, è stato chiaro agli inquirenti che alcuni ritrovamenti – delle scarpe e di un paio di jeans – sono stati goffi tentativi di indirizzare le indagini su un'altra pista, non tornavano i dati sull'uso dei cellulari, e molte altre cose. Dopo la scoperta del cadavere poi sono cominciati ad emergere particolari e riscontri scientifici che hanno fatto capire agli inquirente che la strada intrapresa dalle indagini era quella giusta. Si tratta, come ha detto il procuratore di Brescia, di un'indagine indiziaria, ma gli elementi che fanno convergere i sospetti sui tre arrestati sono molti. Con molta pazienza e meticolosità – così come sono state condotte le indagini e gli accertamenti medico-scientifici fino ad ora – sottolinea il capitano Rosano un po' alla volta gli elementi del puzzle intricato che si sono trovati di fronte gli inquirenti all'indomani della scomparsa della Ziliani, andranno al loro posto. Parte del quadro è già stato composto, mancano ancora parecchi tasselli che troveranno a tempo debito il loro posto. Il caso Ziliani è un caso aperto.

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