IL ROSA CHE UNISCE
Lovere e Ponte di Legno: due paesi e due province, bergamasca e bresciana, unite nel segno della maglia rosa. Entusiasmo alle stelle questa mattina sulla sponda orobica del Sebino, dove ha preso il via, tra due ali di folla, la sedicesima tappa del Giro D’Italia. Intrattenimento, bagno di gadget, musica e colori per gli appassionati delle due ruote, accorsi per abbracciare idealmente, e non solo, il passaggio della carovana rosa. Un via storico quello dalla città di Lovere che, per la prima volta in 102 anni, ha avuto l’occasione di ospitare la partenza di giornata. Una tappa, la Lovere-Ponte di Legno, sopraggiunta dopo 24 ore di meritato riposo concesse ai concorrenti: un tracciato alpino da 4.800 metri di dislivello che ha visto ai blocchi di start 147 concorrenti guidati dall’inconfondibile maglia rosa indossata dall’ecuadoriano Richard Carapaz. Presenti a battezzare l’esordio del Giro sul sebino anche l’Assessore al Turismo di Regione Lombardia, l’ex sciatrice bergamasca Lara Magoni e, naturalmente, un emozionato Alex Pennacchio, proprio da questo lunedì nuovo sindaco di Lovere. Sul palco, davanti agli occhi dei tifosi nostrani, anche il Trofeo Senza Fine: simbolo di una tradizione ultracentenaria di ciclismo tricolore. Il gruppo, dopo le classiche operazioni di rito, ha lasciato il Sebino verso le 11:35 per affrontare subito la salita verso il passo della Presolana, per poi dirigersi, sponda bresciana, verso Croce di Salven, Cevo, Aprica e, infine, verso il terribile Mortirolo, “la salita che non perdona” e che seppe esaltare il mitico Marco Pantani. Cinque, in totale, le ascese disseminate lungo l’inedito percorso ridisegnato dopo la cancellazione del Gavia, prima di giungere al traguardo finale che ha fatto ritorno a Ponte di Legno a 48 anni di distanza dal successo targato Lino Farisato. Questa volta, ad aggiudicarsi la corsa è stato l’ italiano Giulio Ciccone.
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