LA TAPPA PIU' DURA

Un chilometraggio elevato (226 chilometri), un dislivello da paura (5.700 metri) e due cime, Gavia e Mortirolo, che fanno sognare. Questo lunedì, al teatro Crystal di Lovere, i riflettori del ciclismo si sono accesi sulla 16esima tappa del Giro d’Italia 2019. Una serata ricca di fascino, che ha visto presenti il Direttore del Giro Mauro Vegni, il Sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti, il consigliere del comune di Ponte di Legno Matteo Panchieri, e quattro grandi emblemi dello sport a due ruote: tre vincitori del Giro d’Italia come Felice Gimondi, Ivan Gotti e Paolo Savoldelli e il plurititolato Giacomo Agostini. Stando ai pronostici, questa rassegna in rosa verrà decisa nel corso della gara che partirà dal Sebino il prossimo 28 maggio, con Gavia e Mortirolo, nelle vesti di giudici della corsa, a spezzare sogni di gloria.Il gruppo, per la prima volta nella sua storia, prenderà il via da Lovere alle ore 10.30, e affronterà nei primi 50 km Passo della Presolana e Croce di Salven, probabile trampolino di lancio per la fuga in una giornata. Al km 131 è previsto il transito sul gigante, il Passo Gavia, Cima Coppi del Giro per la settima volta con i suoi 2.618 metri. Al Gavia si salirà dal versante di Ponte di Legno, dal quale si transiterà per la prima volta: quasi 17,4 km di scalata verso il cielo che lasceranno poi spazio alla discesa fino a Mazzo di Valtellina, dove inizierà la sfida personale di ciascun concorrente con una delle salite più temute d’Europa: il Mortirolo. Dodici chilometri e mezzo alla pendenza media del 10,5% metteranno in croce le gambe degli atleti, che giungeranno esausti alla cima della Montagna Pantani di questo Giro, collocata al km 198. Da lì, mancherà solo la discesa e l’ultima, regolare risalita verso Ponte di Legno, nuovamente città d’arrivo del tappone dopo l’ultima del 1971. La Lovere-Ponte di Legno si preannuncia, dunque, come una delle tappe più impegnative di questa 102esima edizione: ad ammetterlo niente meno che il “falco di Rovetta” Paolo Savoldelli.

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