SGOMINATA LA BANDA DELLE TRUFFE

Ha toccato anche Brescia l'indagine dei carabinieri di Siena che ha disarticolato un sodalizio criminale con base a Napoli, dedito a truffe ad anziani residenti nell’area Nord e Centro Italia, ma anche ad attività commerciali. Ammonta a circa 200mila euro, tra gioielli e denaro, la refurtiva recuperata. Anche a Brescia sono state fatte perquisizioni e anche i militari del comando provinciale hanno partecipato alle operazioni che hanno visto eseguire undici dei dodici provvedimenti cautelari (uno dei ricercato è ancora latitante), emessi dal gip del tribunale di Siena Sette le misure cautelari in carcere, tre ai domiciliari e due obblighi di dimora. Nel corso dell'operazione sono stati effettuati altri sei arresti in flagranza. I reati contestati dalla Procura della Repubblica di Siena, l'indagine è stata coordinata dal Dott. Siro de Flammineis, vanno dall’”associazione per delinquere” finalizzata alla “truffa” o all’”estorsione”, alla “truffa aggravata”, al “favoreggiamento” e alla “ricettazione”. Per mettere a punto il colpo i criminali si trasferivano da Napoli al nord Italia, poi una volta portata termine le truffa tornavano in Campania. Sono state ricostruite le procedure e i metodi utilizzati per organizzare i colpi. Dalla “Centrale" di Napoli operavano i promotori e gli organizzatori del gruppo criminale che che, attraverso l'utilizzo di schede telefoniche intestate a cittadini pakistani, individuava gli anziani da raggirare. I criminali, spacciandosi per carabinieri o avvocati, raccontavano che un parente era coinvolto in un grave sinistro, che aveva ucciso una persona, che solo con un risarcimento immediato avrebbe evitato il carcere. Ottenuta la disponibilità delle vittime, i malfattori inviavano il “trasfertista”, spacciato per avvocato, presso i domicili degli anziani ove recuperava denaro, gioielli e qualunque valore la vittima tenesse in casa. Una volta portato a termine il colpo tornavano a Napoli o a Milano dove piazzavano la merce per i ricettatori. La banda è accusata anche di truffe ad attività commerciali, alle quali offrivano la vendita di pepite e lingotti d’oro, sostanzialmente falsi. La prima piccola pepita esibita al “Compro oro” o al commerciante di preziosi risultava essere buona ma, una volta concordato il prezzo per la fornitura, venivano fornite partite di oggetti solo rivestiti d’oro.

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