CATTURATO L'OMICIDA DI ZINA
Maurizio Quattrocchi, 48 anni, di origini siciliane, con piccoli precedenti, è stato arrestato alle 18.30 di questa domenica con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione: sarebbe stato lui, infatti, a uccidere la moglie Zinaida Solonari, 36 anni, di origini moldave, che tutti chiamavano Zina. Lo avrebbe fatto con un coltello da cucina abbandonato poi sul luogo del delitto, dopo aver inferto due fendenti letali alla moglie, colpendola al petto e al collo. Quindi si era dato alla fuga a bordo della sua Peugeot 206. Ma verso le 18.,30 di questa domenica i carabinieri l’hanno rintracciato a Martinengo anche grazie alle segnalazioni di alcuni residenti della zona. Accerchiato dai militari, in una strada non lontano dalla caserma, si è consegnato ali Carabinieri e si è chiuso in un silenzio ermetico. Sposati da tredici anni, Maurizio e Zaina avevano due bambine che ora hanno 8 e 12 anni. La più grande, di 16, è nata da una precedente storia della madre. Fino a qualche settimana fa vivevano insieme in un appartamento in via Crema, a Cologno al Serio. Tre i due le cose da tempo non andavano bene, ma nonostante i continui litigi, anche violenti, Zina non aveva mai denunciato suo marito. Alla fine, però, esasperata e impaurita, su consiglio dei carabinieri si era trasferita con le tre figlie a casa della sorella, una villetta su due piani in via Alberto da Giussano a Cologno al Serio. Ma il suo killer è arrivato anche lì, e nella notte tra sabato e domenica, attorno alle 2.00, l’ha attesa mentre rincasava dal lavoro e l’ha uccisa con due coltellate. Maurizio era diventato molto violento a causa della gelosia verso Zina: pensava che frequentasse un altro uomo: per questo motivo i carabinieri le avevano suggerito di trasferirsi in un ambiente più protetto, attivando il protocollo del “codice rosso” utilizzato in questi casi. Nelle prossime ore Maurizio Quattrocchi sarà ascoltato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri che coordina le indagini. Quello di Zina è il terzo femminicidio in Bergamasca dall'inizio dell'anno, dopo quello di Stefania Crotti e Marisa Sartori. E sono ore decisive anche a Brescia per le indagini dell'omicidio di Cristina Maioli, uccisa dal marito Antonio Gozzini di 79 anni nella loro casa di Via Lombroso venerdì 4 ottobre. I fatti sarebbero accaduti durante la serata o nella notte tra giovedì e venerdì al sesto piano di un condominio al civico 42. Entrambi insegnanti, l’uomo era in pensione e lei invece operava ancora all’Itis Castelli. Secondo la ricostruzione dei fatti, il marito affetto da una profonda forma di depressione, durante la notte e mentre la moglie dormiva in camera da letto, le ha sferrato dei forti colpi di mattarello per poi ucciderla con un coltello da cucina colpendo più volte alla gola. E compreso quello che aveva fatto, avrebbe poi tentato il suicidio con la stessa arma e tagliandosi i polsi. Ora si attendono anche gli accertamenti medico legali sul corpo della 63enne e disposti dal magistrato.
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