DIFESA TIZZANI: “NULLO IL TEST SUL TAGLIERINO”

“La traccia genetica sul taglierino non va ammessa come prova”: è questa la richiesta della Difesa di Antonio Tizzani nella prima udienza del dibattimento a carico dell’ex capostazione di 70 anni accusato di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio il 26 agosto 2016, nella villetta di via Madonna delle Nevi a Seriate. Come già anticipato l'aspetto genetico è risultato essere tra le eccezioni di Giovanna Agnelli, avvocato di Tizzani, presentate alla Corte d'Assise presieduta da Giovanni Petillo, durante la prima udienza del processo, tenutasi nella mattinata di mercoledi 4 Dicembre. Tra le varie eccezioni la difesa, ha chiesto che non venga ammesso come prova il reperto di materiale genetico prelevato dai Ris di Parma sul cutter che si pensa essere l’arma del delitto e compatibile con il Dna dell’imputato. La motivazione è che, quando è stato prelevato, non era presente il consulente della Difesa, Giorgio Portera, responsabile del Laboratorio di genetica forense della Fondazione UniMi dell’Università di Milano. Il consulente non sarebbe stato avvisato nonostante gli accordi. L’ipotesi della Difesa è dunque quella che il cutter possa essere stato contaminato con una busta successiva contente il prelievo salivare dello stesso Tizzani. Il pm Laura Cocucci ritiene invece che il profilo presente sul taglierino (ovvero su quello che l’accusa considera con ragionevole certezza l’arma del delitto) sia una traccia di dna attribuibile a Tizzani, e che la comunicazione con i consulenti della Difesa è sempre stata continua. La Corte d’Assise si è riservata di decidere nella prossima udienza fissata per giovedì 12 dicembre. Poi il dibattimento inizierà a gennaio.

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