DELITTO DEL GAUDIO, “DORMO TRANQUILLO”

“Il Dna dell’imputato ritrovato sul cutter utilizzato per il delitto è contaminato”. Parte con questa stoccata del suo avvocato Giovanna Agnelli il processo a carico di Antonio Tizzani, unico imputato per il delitto della moglie Gianna Del Gaudio, l’ex insegnante di italiano sgozzata nella sua villetta in piazza Madonna delle Nevi a Seriate, la notte tra il il 26 e il 27 agosto 2016. Al termine di oltre tre anni di complesse indagini da parte dei carabinieri di Seriate e Bergamo, coordinati dal pubblico ministero Letizia Cocucci, l’ex ferroviere è stato rinviato a giudizio con la pesante accusa di aver ammazzato la moglie presumibilmente con un taglierino, ritrovato un mese dopo l’omicidio in una siepe a 400 metri dalla loro abitazione, sporco di sangue della vittima e con un Dna sulla lama, che per i Ris è del marito. Tizzani, oggi 71enne, si è sempre dichiarato innocente ed estraneo ai fatti, raccontando di essere rientrato in casa dopo aver bagnato il giardino e aver visto un uomo incappucciato fuggire dalla porta della cucina, prima di trovare la moglie a terra in un lago di sangue.

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