NUOVO DNA NEL DELITTO DEL GAUDIO
Emergono importanti novità in merito al delitto di Gianna Del Gaudio, la professoressa in pensione di 63 anni, sgozzata il 26 agosto 2016, nella cucina della sua villetta di piazza Madonna delle Nevi a Seriate. Nel sacchetto di plastica rinvenuto in una siepe a 400 metri dalla casa del delitto, fu recuperato un taglierino quella considerato dagli inquirenti l’arma del delitto. Nel sacchetto c’erano anche dei guanti: sul cutter le analisi scientifiche avevano rilevato una traccia non completa, ma riconducibile ad AntonioTizzani, marito della donna, che dal 27 agosto 2016 è indagato a piede libero per omicidio e da sempre si dichiara innocente, accusando un individuo incappucciato. «Io quel taglierino non l’avevo mai visto», precisa l’ex ferroviere. Emerge ora che sul cutter è presente un’altra traccia genetica che pure non è stata riconducibile a nessuno tra soccorritori, parenti, vicini di casa. Un «ignoto 2» che potrebbe anche appartenere all’assassino e che di certo rende ancora meno solida l’accusa nei confronti del marito. «Mi chiameranno a processo? Bene, così spiegherò di nuovo tutto quello che ho già detto. Poi però dovranno scusarsi con me», dice sicuro. Intanto i Ris di Parma si stanno concentrando sulle tracce «sospette» riscontrate sulla sottoveste della vittima: ci vorranno diverse settimane perché il reparto scientifico dell’Arma possa ricavare qualche informazione genetica utile all’indagine. Va infatti precisato che il reperto analizzato nei giorni scorsi era «altamente contaminato» in quanto intriso del sangue della stessa Gianna. Il giallo è piuttosto complesso. Da un lato l’unico indagato si è sempre dichiarato innocente, accusando un uomo incappucciato entrato in casa. Dall’altro ci sono gli elementi trovati nella busta non lontano da casa: un guanto con la traccia – completa – di un «Ignoto 1» e il cutter con la traccia – incompleta – di Tizzani e con un altro materiale genetico di un misterioso -Ignoto 2-.
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