LITI FREQUENTI TRA ANTONIO E GIANNA
Nell’udienza tenutasi ieri in appello al tribunale di Brescia contro Antonio Tizzani, il figlio Mario ha aggiunto alcuni particolari su quanto accaduto la notte del 27 agosto 2016 in piazza Madonna delle Nevi, a Seriate, dove in una delle villette di testa del residence, sua madre Gianna Del Gaudio venne uccisa a 63 anni con una coltellata alla gola. Secondo la procura di Bergamo, che ha impugnato la sentenza di assoluzione di primo grado, l'autore del delitto è il marito Antonio, 70 anni, ex ferroviere. L’uomo, però, si è sempre dichiarato innocente e fin dalle prime ore dopo il delitto ha parlato di un uomo incappucciato visto fuggire dalla cucina di casa, prima di scoprire il corpo della moglie in un lago di sangue. Mario di fronte al giudice di Brescia ha dichiarato che quella sera con la sua compagna erano stati a cena dai genitori, Antonio e Gianna: sembrava una serata come tante. Poco dopo mezzanotte Mario e la compagna sono usciti ed hanno sentito il cane ululare. Attorno alle 12.140, arrivati alla loro casa, sono stati chiamati al telefono da Antonio Tizzani che comunicava in modo laconico che Gianna era morta. A quel punto Mario è tornato nella casa dei genitori, ha trovato la madre riversa a terra, senza vita. Ha notato l'agitazione del padre che non riusciva a stare fermo e che avrebbe detto subito al figlio Mario il fatto dell'uomo incappucciato. Mario ha anche ricostruito in Tribunale il rapporto tra i genitori, dichiarando che “Litigavano spesso. O almeno lo facevano per alcuni periodi, anche di un paio di mesi. Senza motivi seri o gravi. Si scambiavano parolacce tra di loro. Mio padre alzava le mani e mamma lo respingeva. Mi è capitato di intervenire e di difendere mamma. Ma in amore loro due erano complici e si volevano bene”. Un particolare, quello delle liti, confermato anche dalla compagna di Mario, Alessandra Manenti: “Gianna ne aveva parlato con mia mamma un giorno che si erano viste al mercato. Le aveva detto che Antonio la picchiava”. Sempre questo venerdì, in aula, si è aperta la battaglia tra i periti forensi, il maresciallo dei Ris di Parma Dario Capatti e il genetista della difesa Giorgio Portera, sulla possibile contaminazione del Dna trovato sul taglierino usato per uccidere Gianna Del Gaudio.
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