ROSANNA ERA STANCA DI LOTTARE
Rosanna era stanca di lottare: sono le prime parole pronunciate da Roberto, il compagno di Rosanna Sapori, la donna trovata senza vita nel Sebino domenica sera dopo le 19.00, a Carzano di Montisola. La sua auto era parcheggiata da giorni a Marone; sul muretto accanto c'era il suo zainetto ed il tappo di una bottiglia di superalcolici. Non aveva il cellulare né documenti, che aveva lasciato a casa ad Azzano S. Paolo dove viveva da 10 anni con Roberto. L'ultimo contatto tra i due era stato il 20 dicembre scorso quando Rosanna gli aveva telefonato dicendogli che non stava bene e gli chiedeva di andare lui ad aprire la tabaccheria di Zogno, che gestivano da 9 anni. Poi più nulla: da quel giorno il suo cellulare è stato spento. I figli gemelli della donna il 27 dicembre ne hanno denunciato la scomparsa. L'epilogo questa domenica sera. In breve tempo i Carabinieri di Chiari e Marone sono risaliti alla donna, partendo dalla denuncia e dal ritrovamento dell'auto. A Roberto hanno fatto vedere la foto della maglietta che indossava quando è stata recuperata dal lago con scritto “Fine”: l'uomo ha immediatamente capito che si trattava di Rosanna. Ha quindi consegnato agli inquirenti lo spazzolino da denti da cui è stato estrapolato il dna di Rosanna, confrontato poi con quello prelevato dal cadavere. La conferma dell'identità c'è stata. Il caso è dunque chiuso, anche se rimangono molte domande sulla sua fine: Rosanna era una guerriera, come è stata definita dal suo compagno. Ma negli ultimi tempi non ce la faceva più: aveva uno sfratto incombente, era stata perseguitata da rapinatori e ladri che in due anni avevano messo in ginocchio la sua attività. Aveva lanciato il suo grido d'allarme. Alla fine ha deposto le armi ed ha scelto la strada della solitudine sulla quale ha chiuso una vita sempre in trincea, da giornalista, da donna impegnata in politica, da imprenditrice.
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