IL PARTIGIANO CARLO CI HA LASCIATO
Amava raccontare e raccontarsi, soprattutto ai giovani, nelle scuole, amava leggere e scrivere, aveva sete di sapere, era attento ai cambiamenti della società, non sempre gli piaceva quello che succedeva nella vita politica e sociale ma nulla gli sfuggiva e spesso affidava le sue riflessioni alla penna. Nonostante i fatti della Resistenza fossero lontani 75 anni Bruno Fantoni, nome di battaglia Carlo, li aveva dentro, così come aveva nel cuore i valori della resistenza e dell'antifascismo. Bruno aveva una grande forza, ma anche lui ha dovuto arrendersi alla vita. Non stava bene da qualche mese e questo lunedì sera ha intrapreso un nuovo viaggio. Bruno Fantoni, il partigiano Carlo, ci ha lasciato. Avrebbe compiuto 94 anni il prossimo settembre, ne aveva solo 17 quando, il 10 giugno 1944, si arruola nelle Fiamme Verdi – era troppo giovane per entrare, come avrebbe voluto, nelle file dei garibaldini -. Aveva, infatti, dovuto scappare da Genova, dove si trovava l'8 settembre 1943, per aver fatto saltare i fasci sulle scuole e aver così compiuto le sue prime azioni da resistente. A 18 anni per la prima volta viene ferito di striscio da una fucilata mentre si trova a Ceratello la seconda volta qualche mese dopo viene seriamente ferito ad un gamba, ma è il 19 marzo 1945 quando effettivamente rischia la vita. Fra il 1944 e il 1945 Bruno è sempre fra il Monte Pora, il Pian de la Palu, i monti di Ceratello, poi il 25 aprile 1945 scende da Lozio e il 28 aprile è tra i partigiani che liberano Breno dall’occupazione tedesca. Dopo la liberazione Bruno torna a lavorare in miniera – nelle miniere di Schilpario aveva cominciato a soli 15 anni la sua attività lavorativa – ha un grave infortunio e quando finalmente torna definitivamente al suo paese fonda l'azienda di famiglia nel campo del commercio. La gestirà per 40 anni prima di passarla ai figli, tre, che ha avuto dalla moglie Silvana (che lo aveva lasciato qualche anno fa): Luigi Corrado e Ruggero. Dopo la pensione la sua vita è stata interamente dedicata allo studio e alla testimonianza nelle scuole, ha scritto quattro libri e numerosi saggi e poesie, ci aiuteranno a non dimenticarlo e a sentirci meno soli. Il suo impegno è anche civile, nel suo comune, nell'ANMIL, nell'ANPI di Valle Camonica di cui è stato presidente dal 2000 al 2012. Fra i tanti riconoscimenti di Bruno – che si è sempre detto un uomo felice e fortunato nonostante una vita movimentata – la medaglia della Liberazione conferitagli dal ministro della difesa nel 70esimo. "Lo ricordiamo per la sua forza, per la sua energia, per il suo coraggio – queste le parole di oggi di Luca Santi presidente dell'ANPI camuna - Sei stato per noi – dice Santi - un amico e un maestro. Amavi i giovani, a loro non hai fatto mancare ricordi ed aneddoti sulla guerra e sulla vita. Sei stato fedele sino all’ultimo agli ideali della Resistenza al nazifascismo. Grazie Bruno per il tuo esempio. Ciao amico partigiano". La salma di Bruno Fantoni è stata ricomposta nella sua casa di Rogno. I funerali questo mercoledì alle 14.30.
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