L'EREDITA' DI GIACOMO CAPPELLINI
“Il nome Giacomo Cappellini è un nome pesante da portare”. Lo sa bene il nipote che dallo zio non ha preso solo il nome, ha cercato di prendere anche il coraggio, l’onore, l’integrità e di trasmettere questi valori rivestendo anche la carica di presidente della sezione Ana di Valle Camonica. Suo zio, nativo di Cerveno, diede la vita per la Liberazione dall’occupazione nazi fascista: fu il comandante del Gruppo C/8 della Divisione Fiamme Verdi “Tito Speri” e quando i ricercati si nascosero, nel ‘45, nelle baite e nei rifugi di montagna, tenne i collegamenti tra loro muovendosi ai piedi della Concarena, tra Cerveno e Lozio, lungo quelli che oggi sono i sentieri della Resistenza. Per questo il 21 gennaio di 78 anni fa, quando fu catturato in seguito ad una soffiata, si trovava a Laveno di Lozio. Qui questo sabato si è svolta una cerimonia commemorativa organizzata dal Comitato permanente per la liberazione con l’Anpi, le Fiamme Verdi e l’associazione ex internati, alla presenza dei sindaci di Lozio, Malegno e Cerveno. Ben due colonne di venti militi si mossero da Malegno e da Losine per catturare Giacomo Cappellini, che cercò di scappare e di coprire la fuga di Carlo Sandrinelli, papà di Stefano Sandrinelli, che si trovava con lui e che grazie al sacrificio di Cappellini, trovò la via di fuga. Cappellini venne invece ferito, catturato ed esibito su un carro lungo il tragitto fino a Breno, imprigionato e portato al Castello di Brescia, dove il 24 marzo successivo, dopo un processo lampo, venne ucciso. Durante la prigionia scrisse molte lettere, al Comando, alla famiglia, con mano ferma, senza tremori. Le parole di Giacomo Cappellini dal carcere a poche ore dalla condanna, rappresentano la grande eredità lasciata da lui come dalle migliaia di uomini e donne che hanno dato la vita per la libertà, che avevano intravisto l’alba di una nuova era, di un vivere civile più libero e giusto, e si erano battuti per questo. Cappelli aveva lasciato il lavoro dell’insegnante, una causa ancora più grande.Parole che parlano di una scelta di vita, anche se ha portato alla morte, alla scelta di agire, di reagire alla situazione del paese, che parlano di una generazione di uomini forti che si ribellarono al fascismo, valori che oggi è difficile vedere ma che necessario tramandare per garantire un futuro al nostro Paese.
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