ACCOLTELLA IL COLLEGA: E' TENTATO OMICIDIO
Uno in ospedale, ferito gravemente da una coltellata al petto che avrebbe potuto ucciderlo l’altro in carcere accusato di tentato omicidio. E' questo il bilancio di una banale lite che ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Teatro della vicenda la cucina della pizzeria La Pergola a Ponte di Legno dove i due egiziani, un aiuto cuoco e un aiuto pizzaiolo, lavorano qui da qualche mese. Attorno alle 17.20 i due connazionali e colleghi sono in cucina: è ora di preparare per il servizio della sera. Ad un certo punto cominciano a discutere, hanno un diverbio, probabilmente legato a questioni di mansioni lavorative; in breve dalle parole si passa ai fatti e uno dei due, il più giovane, afferra un coltellaccio e con un unico fendente colpisce l'altro in pieno petto. A questo punto, allarmati dalle urla accorrono gli altri colleghi. Scatta l'allarme. In posto arriva l'ambulanza dei volontari di Ponte di Legno, da Brescia viene fatto alzare in volo l'elicottero del 118. Il ferito viene trasportato all'ospedale civile di Brescia in codice rosso e viene sottoposto ad un intervento chirurgico. E' grave ma non sarebbe in pericolo di vita anche se i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Il 27enne tenta la fuga che però, grazie al pronto intervento degli uomini del capitano Filiberto Rosano che arrivano in posto in pochi minuti con cinque pattuglie dalla stazione di Ponte di Legno e con i militari del nucleo operativo, dura poco, i carabinieri lo fermano mentre tenta di raggiungere Temù a piedi. Il giovane, in caserma a Ponte di Legno viene interrogato a lungo dal magistrato di turno, il dottor Francesco Carlo Milanesi, che sale in alta Valle Camonica in tarda serata. Intanto i carabinieri sentono anche gli altri colleghi dei due, i titolari della pizzeria, fanno i rilievi nella cucina che viene posta sotto sequestro. Al termine degli accertamenti per il giovane aiuto pizzaiolo scatta il fermo per tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Dopo le pratiche di rito questo giovedì mattina viene trasferito nel carcere di Brescia dove si trova a disposizione dell'autorità giudiziaria e in attesa dell'udienza di convalida. La pizzeria, purtroppo, deve restare chiusa. Siamo in attesa della decisione dei magistrati – ci dice il titolare – la cucina è sotto sequestro non possiamo lavorare. Dei due protagonisti della vicenda dice che erano bravi ragazzi. Da poco lavoravano per il locale: da fine novembre il 33enne aiuto cuoco, da dicembre il più giovane, come aiuto pizzaiolo. Non era mai successo che discutessero sul posto di lavoro e non avevano mai dati problemi. Colleghi e titolari non si spiegano cosa possa essere successo questo mercoledì pomeriggio. Pare, come ricostruito anche dagli inquirenti, che abbiamo avuto un diverbio per questioni di lavoro ma poi hanno discusso nella loro lingua e non si sa cosa si siano detti prima di quell'attimo di follia quando il più giovane di due ha impugnato il coltello e ha ferito il connazionale.
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