LA VALLE SERIANA PIANGE GIORGIO VALOTI
Ci mancherà il suo garbo, tipico di uomo d'altri tempi, la sua proverbiale schiettezza e infinita disponibilità che hanno fatto di Giorgio Valoti una figura di grande spessore e generosità. Anche lui: “Si! Anche lui”, vittima del drammatico elenco di colpiti da Coronavirus in Valle Seriana. Nelle ultime ore le sue condizioni, già preoccupanti per problemi ai polmoni, si erano pesantemente aggravate fino al decesso avvenuto nella mattinata di venerdi 13 Marzo all'Ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo. Così, in un momento difficilissimo per l’intera Val Seriana, Cene perde la sua guida. La notizia si è diffusa rapidamente lasciando sconvolti i tanti che hanno avuto il piacere di incontrare e frequentarlo un amministratore che ha sempre avuto come priorità il bene della propria gente. Valoti, esponente di spicco della Lega, che a Cene ha istituito una vera e propria roccaforte dal 1990, era stato assessore a fianco di Franco Bortolotti, primo sindaco leghista d’Italia. La politica era sempre stata la sua passione. Consigliere comunale a Gazzaniga, aveva poi proseguito il suo impegno a Cene e a livello sovracomunale. Eletto sindaco nel 1999, veniva rieletto nel 2004, per poi passare il timone a Cesare Maffeis, dopo aver raggiunto il limite di due mandati imposto dalla legge. Era poi tornato cinque anni dopo per essere riconfermato primo cittadino nella scorsa primavera. Consigliere per due mandati in Comunità Montana e in Provincia, presidente del Consorzio Territorio e Ambiente Valle Seriana. Era consigliere in carica del Consorzio Bacino imbrifero montano del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio, di cui era stato anche vicepresidente. Tanti i messaggi postati sulle pagine Facebook particolarmente toccante quello del figlio Alessandro che riporta testualmente: “Caro Giorgio, così come spesso ti chiamavo al posto di “papà”, in questo momento di dolore immenso mi sostengono i tuoi tanti insegnamenti e l’esempio coerente di vita con il quale li hai sostenuti. Ci siamo spesso scornati a vicenda, perchè da te ho ereditato il carattere e la tempra. Ti ho sempre ammirato tanto: mentre ce la mettevo tutta a distinguermi da te, mi accorgevo di quanto ti assomigliassi e quante passioni tu fossi riuscito ad instillare nel mio cuore”. E mentre lo scritto continua a noi rimane il ricordo di chi a speso incondizionatamente il suo tempo, meritandosi solo un grazie, ma con tutto il cuore.
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