MALATI 70 MEDICI DI FAMIGLIA
Non solo negli ospedali ma anche medici di base e pediatri, stanno combattendo la guerra contro il coronavirus, non meno esenti da rischi contagio rispetto ai colleghi. Gli ultimi dati raccolti parlano di 70 dottori di famiglia malati: chi positivo al Covid-19 e chi con sintomi influenzali. Girava voce pure di un morto, ma il presidente dell’Ordine di Bergamo ha smentito. Che siano tutti alle prese col Coronavirus è solo ipotizzabile. Ma è un fatto che, venendo a contatto con pazienti infetti, il rischio contagio per i camici bianchi è assai elevato. E questo anche perché, come denuncia un documento della Federazione regionale degli Ordini di medici chirurghi e odontoiatri, «sono state attuate con minor efficacia misure di protezione». “L’apertura degli studi medici di famiglia rischia di essere uno dei principali fattori di diffusione del contagio - si legge nel comunicato a firma del vice presidente Pierfranco Ravizza -, dal momento che i medici sono stati costretti spesso a operare in carenza di protezioni, mettendo a rischio, oltre che la propria, la salute degli assistiti”. Bergamo e Brescia sono le due province lombarde con il maggior numero di contagi, anche se di gran lunga superiore la casistica registrata in bergamasca. La mappa dei contagi vede al primo posto la città di Bergamo seguita da Nembro, Alzano lombardo, Albino, Zogno, Seriate, Villa di Serio, Torre Boldone, Dalmine, Treviglio e Gazzaniga. Nel bresciano oltre al capoluogo primo in classifica figurano Orzinuovi e Montichiari, comuni con l’aumento più marcato dei casi positivi. Non mancano segnali positivi. All’ospedale Papa Giovanni Nella giornata di ieri sono state dimesse 16 persone guarite dal virus. Per sgravare dal collasso gli ospedali, hotel e Rsa si sono messe a disposizione per fronteggiare la carenza di posti letto. Le prime due strutture alberghiere che hanno risposto all’appello sono lo Starhotels Cristallo Palace in città (90 camere) e l’Antico Borgo La Muratella di Cologno (67 camere), che dopo la chiusura dovuta al fallimento dell’ex gestore, all’inizio di gennaio è stata acquistata dal gruppo Bes Hotel. Per un terzo albergo sono invece ancora in corso trattative. Le Rsa sono invece una ventina. Sono ancora troppe le persone che escono di casa per motivi che non sono di estrema necessità, di lavoro, per fare la spesa o comprare le medicine. Tutte le forze dell’ordine sono impegnate nei controlli in città, provincia e in autostrada e nelle stazioni. I carabinieri dalla data di entrata in vigore del decreto, il 9 marzo, hanno effettuato controlli all’interno dei centri abitati e lungo le principali arterie stradali extraurbane, fermando oltre 800 veicoli per un totale di oltre 1.000 persone, le cui autodichiarazioni, successivamente sottoposte ad attenta verifica, hanno fatto scattare 40 denunce ai sensi dell’art 650 del codice penale, per l’inosservanza di un provvedimento di un’autorità, che prevede la pena dell’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro, nei confronti di persone che hanno fornito delle informazioni non esatte o comunque non sufficienti a giustificare i propri spostamenti. I supermercati e i negozi di alimentari saranno regolarmente aperti e non ci sono problemi di rifornimento delle merci. C’è la possibilità di far arrivare la spesa a domicilio. Eppure le code fuori dai market non sono mancate. Un esempio lo riportano le immagini pubblicate su Facebook della lunga coda in attesa all’Esselunga di via San Bernardino a Bergamo.
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