CORONAVIRUS: OSPEDALI AL COLLASSO

Gli ospedali sono al limite: servono posti letto, ma anche medici e infermieri. Occorrono nuovi spazi e Ats Bergamo li sta cercando nelle Rsa e negli alberghi. I posti recuperabili al Papa Giovanni, 80- 90, non bastano. Ats, afferma il direttore Giupponi, sta lavorando su due fronti: quello delle Rsa, per organizzare nuclei dove potranno essere ospitate persone in osservazione, 150 posti al massimo e quello del coinvolgimento di strutture ospedaliere. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo non nasconde la preoccupazione crescente per l’urgente necessità di trovare soluzioni che permettano al Papa Giovanni di «respirare». “Ci è stata comunicata la disponibilità degli spazi della Fiera e immediatamente abbiamo contattato l’ospedale e l’Ats perché potesse essere vagliata anche questa possibilità. Ho guardato a quanto sta facendo Milano, con il piano per attivare alla Fiera uno spazio ampio per nuovi posti letto di terapia intensiva da destinare ai malati colpiti dal coronavirus. E ho pensato che l’amministrazione di Bergamo dovesse fare tutto quanto è possibile per verificare se anche qui sia fattibile un piano simile”. Nella sala operativa della Protezione civile, nel Palazzo della Prefettura di via Tasso a Bergamo, il lavoro è continuo e frenetico. L’ultimo dato dei controlli parla di 654 persone fermate e in possesso dell’autocertificazione per poter circolare. Di queste, 29 sono risultate irregolari o non fondate su uno dei tre motivi che consentono ai cittadini di uscire di casa. Altrettante sono state dunque le denunce. 1.017 autocertificazioni presentate da passeggeri in partenza dallo scalo di Orio al Serio e 1.285 in arrivo. Soltanto cinque sono risultate irregolari. La polizia locale dell’Unione Insieme sul Serio, con sede a Nembro, ieri ha denunciato un ottantenne che, nonostante fosse in quarantena, era tranquillamente uscito di casa. L’anziano è stato anche riaccompagnato nella propria abitazione di Nembro. “Fate uno sforzo, rimanete a casa, dobbiamo fare tutti la nostra parte – sottolinea il comandante Marco Pera –. Intensificheremo i controlli, che saranno ancor più rigorosi”. Intanto non si arresta la scia di lutti causati dal virus. In queste ore il desiderio di vicinanza contrasta con le disposizioni, soprattutto quando vengono a mancare persone che hanno dato tanto alla loro comunità, come nel caso di Fiobbio di Albino dove nel giro di poche ore è morta una coppia di coniugi insieme da 62 anni, entrambi colpiti dal coronavirus. Dopo diversi giorni di ricovero sono spirati martedì a un paio d’ore di distanza, condividendo dopo una vita intera anche lo stesso destino. Per i figli non c'è chiaramente stata la possibilità di stare al loro fianco nelle ultime ore di vita. Erano due persone conosciute e apprezzate e lasciano un grande vuoto nella loro comunità.

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