LACRIME DI GIOIA AL PAPA GIOVANNI

Dopo 137 giorni la terapia intensiva del Papa Giovanni è libera dal Covid-19: questo martedì 7 luglio quando l'ultimo paziente affetto da Coronavirus è uscito dal reparto è scattato un applauso tra medici, infermieri e dirigenti dell'ospedale che per l'Italia e per molti paesi nel mondo ha rappresentato una grande trincea contro la marea nera e, a volte, insondabile del coronavirus. Da questo mercoledì 8 luglio, dunque, la terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII di Bergamo è libera dal covid-19, dopo be 137 giorni, contati minuti per minuto, uno sull'altro, dal ricovero del primo paziente avvenuto domenica 23 febbraio. Attualmente restano ricoverati alcuni pazienti colpiti dal virus, ma ormai negativizzati e dunque destinati allo specifico reparto Covid che il Papa Giovanni ha organizzato all'interno della struttura. Ma, come ormai tutti hanno imparato a conoscere, è la terapia intensiva la misura diretta, drastica e drammatica delle virulenza del male: infatti, in questi mesi si è parlato moltissimo proprio di questo settore di estrema delicatezza dove tutto, dalla scienza medica avanzata alla bioingegneria, dalla sperimentazione all'assistenza avanzata, alla farmacologia di ultima generazione fino alle metodiche rianimatore più sofisticate, concorre per salvare una vita umana in grave pericolo. Tanti pazienti, entrati nelle terapie intensive nei vari ospedali italiani, non si sono salvati; molti non hanno potuto più rivedere i loro cari. Il traguardo raggiunto in queste ore arriva grazie all’impegno dei circa 400 operatori che lavorano nelle terapie intensive del Papa Giovanni, tra medici, infermieri, operatori di supporto e personale ausiliario. Nei giorni più critici della pandemia l’Ospedale di Bergamo era arrivato ad ospitare oltre cento pazienti intubati. La terapia intensiva restituita alle sue funzioni cliniche istituzionali ed ai protocolli riconosciuti in tutto il mondo, è stata salutata ieri dal direttore generale Maria Beatrice Stasi, con il direttore sanitario Fabio Pezzoli e dal direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e area critica Luca Lorini. alla presenza di una rappresentanza degli operatori delle terapie intensive . In ricordo delle vittime si è rispettato qualche istante di silenzio. Poi, quasi a stemperare la tensione, è partito un applauso per il risultato raggiunto.

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