75 ANNI FA IL BOMBARDAMENTO A SONICO

Era un'altra guerra, quella combattuta con le bombe, con le armi, con l'odio. Era la seconda guerra mondiale ed era combattuta nelle nostre valli dove ha preso forma e forza la Resistenza. Era il 29 marzo del 1945 quando otto bombardieri angoamericani, per bloccare la ritirata nazifascista, sganciarono una bomba sulla polveriera di Sonico, il deposito delle armi e delle munizioni che dovevano rifornire i nazifascisti. Morirono sette civili: morirono Giacomo Adamini, Teresa Accampi, Giacomo Bornatici, Domenica Branchi, Maddalena Masneri, Maria Agnese Pasquini e Maria Onesta Romelli. Sono trascorsi 75 anni e Sonico non dimentica anche se non potrà essere celebrata questa domenica da Don Pedrazzi la Messa unitaria tra le parrocchie di Garda, Rino e Sonico, che era in programma proprio alla polveriera, prima che il Coronavirus costringesse tutti ad una ritirata nelle proprie case, a combattere una guerra diversa. A ricordare l'anniversario di quel tragico fatto della seconda guerra mondiale sono le Fiamme Verdi, protagoniste insieme all'amministrazione comunale e a tanti cittadini, donatori ed enti, del restauro della polveriera che oggi è diventata luogo di memoria, meta di visita delle scolaresche e custode di molte testimonianze, quelle che hanno trovato posto nel libro “La terza età della Resistenza” pubblicato da Giulio Clementi e Luigi Mastaglia e che hanno trovato forma nel monumento in acciaio corten realizzato dall'artista Fabio Peloso che rappresenta le tre realtà della Resistenza: la resistenza armata, non armata e le vittime.

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