UCCIDE LA MOGLIE DAVANTI AI FIGLI

Colpita con numerose coltellate davanti ai figli. Così si è consumato l'ennesimo femminicidio. Nella tarda serata di questo venerdì in un paese del bresciano: Milzano. La vittima della furia omicida del marito – che ora si trova in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dai futili motivi – è una 39enne di origini rumene, la chiamavano Susy, sposata con un bresciano di due anni più vecchio di lei: Giovanni Lupi. La tragedia in via Usignolo. I vicini avrebbero sentito urlare, più del solito, ad accorrere per primo attirato proprio dalle urla provenienti dall'abitazione della famiglia Lupiil sindaco del paese, Massimo Giustiziaro che ha bussato alla porta d'ingresso: add aprirgli sarebbe stato proprio l'omicida dicendogli: "Ho ucciso Susy". Allora il primo cittadino ha chiamato i carabinieri e poi ha portato via i figli della coppia, tre fra i 2 ed i 15 anni. La ragazzina più grande era sporca di sangue. Quando i carabinieri di Verolanuova sono arrivati in posto l'uxoricida era ancora in casa, stava fumando una sigaretta, non ha opposto resistenza, si è consegnato alle forze dell'ordine. Una volta trasferito in caserma dove è stato sentito dal magistrato, in via Usignolo sono intervenuti gli uomini della scientifica, una via vai durato per buona parte della notte per raccogiere elementi e ricostruire la scena del crimine. Sul brutale omicidio è intervenuta anche l’avvocata Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime e Garante per la tutela delle vittime di reato per la regione Lombardia: “I crimini domestici non vanno in quarantena. Anzi, con l’isolamento forzato dovuto al coronavirus rischiano di aumentare, come testimonia l’incremento esponenziale delle richieste di aiuto ai centri antiviolenza (oltre 74% in più) e la diminuzione di quelle al numero nazionale 1522, determinata dall’isolamento forzato che impedisce privacy e libertà (meno 55%)". La presidente dell'osservatorio ha aggiunto che servono pene giuste per chi commette femminicidi, serve una maggior tutela per le vittime, anche per i minori. E tutto questo, ha concluso, passa attraverso un cambiamento culturale innanzitutto.

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