IL SOCCORSO IN FORRA AI TEMPI DEL VIRUS

Soccorrere una persona rispettando le norme anti contagio. Questo il tema al centro della giornata di formazione che domenica 5 luglio ha visto impegnati i tecnici della squadra forre regionale, un corpo specializzato del soccorso alpino e speleologico che opera in contesti in cui oltre a pareti rocciose e luoghi impervi e ostili, è presente l’acqua.  Tutti i tecnici di soccorso in forra della Lombardia hanno partecipato a due sessioni, a Zogno, nella bergamasca Valle Brembana, nei pressi del torrente Caucio, Valle di Carubbo, e ad altre tre sessioni nel Lecchese, nel torrente Moregge, sul Monte Moregallo, a Valmadrera. I tecnici sono stati aggiornati dagli istruttori sulle procedure tecniche e operative rilasciate da SnaFor (Scuola Nazionale Tecnici Soccorso in Forra) e SnaMed (Scuola nazionale Medici alpini) del Cnsas, riconosciute da legge dello stato. In programma vi erano una serata in videoconferenza, per la presentazione teorica e sanitaria delle normative sulle procedure da mettere in atto durante le giornate di formazione o durante l’attività di intervento, e una parte pratica in ambiente, nei torrenti indicati.  Si diventa tecnico di soccorso in forra dopo avere maturato esperienza in ambito alpino o speleologico e con una formazione successiva nella progressione in questo tipo di ambiente e nelle procedure connesse agli interventi in forra. Servono competenza, abilità fisiche e mentali per operare in condizioni sempre più complesse, dove alla difficoltà di intervenire in luoghi impervi si aggiunge la necessità di intervenire in sicurezza a causa del Coronavirus.

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