CACCIA AI KILLER DI FERRARI IN NAMIBIA
La polizia di Avis li sta cercando in tutta la capitale della Namibia, dove nel tardo pomeriggio di martedì è stato ucciso Daniele Ferrari l’imprenditore cinquantaduenne di origine bergamasca. La locale polizia ha anche fatto un appello perché eventuali nuovi testimoni possano fornire elementi utili a risalire ai due assassini. Ferrari era appena tornato verso la sua auto, posteggiata in uno spiazzo non lontano dalla diga al termine di una passeggiata con i cani: nulla di nuovo per l’imprenditore figlio di emigrati da Castione, quando due uomini vestiti di scuro, lo hanno sorpreso appena salito in macchina, rompendo il finestrino per portagli via il cellulare e ammazzandolo con coltellate e un colpi di machete. . La stessa polizia si è detta stupita – riportano i media locali – della brutalità dell’aggressione. Di aggressioni in quella zona ce n’erano già state, ma nessuna con esito mortale. Forse Daniele Ferrari – come il padre Roberto, scomparso nel 2013, imprenditore nel ramo dell’edilizia e molto conosciuto nella capitale – ha cercato di difendersi e a quel punto, i due uomini si sarebbero scagliati contro di lui, ferendolo a morte e aggredendo poi anche due persone che facevano jogging in zona e che, sentite le grida di Ferrari, si sono avvicinati per aiutarlo, rimanendo a loro volta feriti in modo non grave. Il medico legale ha ricostruito le lesioni: Ferrari è stato pugnalato più volte all’addome e colpito alla testa con un machete africano. L’episodio è avvenuto dopo che le guardie di sicurezza avevano lasciato la diga, quando si stava già facendo buio. Questo è il momento più pericoloso della giornata per starein quel posto, perché i criminali possono fuggire nella notte.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!