UN ANNO FA IL DRAMMA DELLA FAMIGLIA MECCA
Era il 27 settembre 2019, esattamente un anno fa, quando giungeva la notizia della morte di Stefano Mecca, 51 anni, commercialista di Gazzaniga: il pilota del Mooney M-20T schiantatosi 6 giorni prima a Bergamo nei pressi dell’Aero Club. Stefano era ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale Niguarda di Milano per le gravi ferite e ustioni riportate nell’impatto a terra del velivolo che aveva preso fuoco. Nello stesso ospedale si trovavano ricoverate le due figlie Chiara, 18 anni e Silvia 15 anni, sopravvissute all’incidente. Per la moglie Francesca Ongaro e per tutta la famiglia un altro terribile colpo dopo la perdita di Marzia, la figlia 15enne morta nello schianto. Due mesi dopo l’incidente Francesca riceveva un messaggio da Maurizio Albergoni, papà di Federica, giovane di Albino uccisa a 19 anni da una leucemia fulminante nel 2009. In suo nome i suoi genitori hanno fondato un’associazione Federica Albergoni, che svolge attività di sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo e sostiene le attività di ricerca dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “Mio marito Stefano - ricorda la moglie dello scomparso - prestava le sue competenze di commercialista per aiutare Maurizio. Era rimasto molto colpito dalla sua storia. Così quando lui mi ha scritto l’ho considerato un segno». Nella sua lettera Albergoni la invitava a non chiudersi nel suo dolore, ma ad accettarlo, ad aprirsi agli altri, fino a trasformare la sofferenza perché «producesse frutti» mantenendo vivo il ricordo dei suoi cari. Da qui la volontà di realizzare un braccialetto con i colori di Stefano e Marzia, trasformandolo in un piccolo strumento per lanciare un messaggio e nel contempo aiutare altre persone. “Abbiamo pensato proprio all’associazione Albergoni per il legame che aveva con Stefano e perché anche Marzia aveva un caro amico che aveva sofferto di leucemia e poi ne era guarito”. Così nel giorno dell’anniversario dell’incidente aereo, dopo la Messa celebrata nella Parrocchiale di Fiorano al Serio, c’è stata la consegna dell’assegno con i fondi raccolti per l’associazione grazie ai primi mille braccialetti, che contribuiranno a sostenere una borsa di studio per un biologo all’ospedale Papa Giovanni. Altri mille sono già pronti a mantenere viva una storia piena di coraggio e speranza.
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