DAI GHIACCI AL MUSEO

E' stato strappato, dopo quattro anni di lavoro, al ghiaccio e alla neve ai 3094 metri di quota del monte Scorluzzo nel parco dello Stelvio in comune di Bornio. Sarà il ricovero ipogeo – realizzato dagli austriaci più di cento anni fa scavando una caverna nella roccia – il primo e il più pregevole pezzo del nuovo polo espositivo del Museo della guerra bianca in Adamello di Temù che sarà ospitato all’interno della ex caserma Pedranzini di Bormio. L'apertura è prevista per il 2022. I lavori di recupero della baracca austriaca e il progetto del nuovo museo sono stati presentati questo venerdì 2 ottobre a Temù alla presenza dei vertici del museo camuno, dell'assessore Regionale Stefano Bruno Galli, dei rappresentanti di Ersaf e Parco dello Stelvio. Da diversi anni il Museo della Guerra Bianca in Adamello aveva individuato l’ingresso della grotta quasi completamente sigillato dal ghiaccio, nel 2017 ha preparato il progetto di protezione e quindi di musealizzazione e valorizzazione. In collaborazione con ERSAF e Parco Nazionale dello Stelvio nel 2017 sono partiti i lavori: il Museo ha provveduto a effettuare e documentare in ogni sua parte lo scavo effettuato con metodologie di tipo archeologico. Sono stati rimossi circa 60 mc di ghiaccio per mezzo di idropulitrici ad acqua tiepida con getto a bassa pressione, per non danneggiare gli oggetti che man mano venivano alla luce. Infine, nello scorso agosto si è provveduto allo smontaggio e al recupero di tutta la struttura lignea che costituisce l’ossatura della baracca, una costruzione in legno dalla pianta rettangolare (m 10,50 x 3,50 x 2,00). Tutta la struttura era foderata esternamente da un singolo strato di tavole in legno di circa 3,5 cm di spessore impermeabilizzate con uno o più strati di cartone catramato. Vi si si accedeva – come ha spiegato Jhon Ceruti direttore scientifico del museo – tramite pochi gradini che introducevano nalla grande cavità rocciosa, il vero e proprio ricovero con un pianale per i letti dei soldati (20/30 posti). Levando man mano il ghiaccio si è scoperta una seconda stanza. E' stato ritrovato anche tanto altro materiale: bilance fatte a mano dai soldati, vestiti fatti con fibra d’ortica, ossa di animali catturati, una stufa, i pagliericci su cui riposavano i soldati, noccioli d’albicocca schiusi per mangiare la parte molle del seme, monete, elmetti, munizioni, giornali, più di 300 oggetti che permettono di avere uno spaccato della vita dei soldati austriaci che restarano in zona tre inverni, quattro anni.

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