INVOLONTARIA LA TRAGEDIA DI AZZANO

La perizia sulla dinamica dell’incidente, ma pure l’indole dell’investitore, che il giudice Massimiliano Magliacani ha descritto come docile hanno contribuito a riqualificare giudiziariamente in omicidio stradale l’investimento della notte del 4 agosto 2019 sulla Cremasca ad Azzano S. Paolo, che costò la vita a due ragazzi di Borgo Palazzo in sella a una Vespa - Luca Carissimi, 21 anni, e Matteo Ferrari, di 18 . La tragedia è dunque da ritenersi un incidente e non un delitto e il gup lo ha spiegato nelle 43 pagine di motivazioni alla sentenza con cui l’11 settembre ha condannato in abbreviato a 6 anni e 8 mesi Matteo Scapin, 33enne di Curno, il conducente della Mini Cooper investitrice. Magliacani ha dato credito alla ricostruzione fatta dei difensori Andrea Pezzotta e Riccardo Tropea, che hanno ricostruito l'accaduto descrivendolo come una fuga dopo la lite alla discoteca Setai di Orio e a una manovra errata condizionata dallo spavento e dall’elevato tasso alcolico, quali cause all'origine dell'investimento. Magliacani cita anche la perizia cinematica che «non evidenzia nulla di particolare per poter pensare a una volontarietà dell’inseguimento e del tamponamento». E aggiunge che «su questi aspetti concorda anche il consulente del pm» . Il gup ha poi stabilito il concorso nell’incidente da parte delle vittime, le quali «hanno generato lo stato di terrore che ha impedito all’imputato di condurre l’auto in modo corretto e si sono spostate al centro della corsia di marcia, così generando, in violazione del codice della strada, un ostacolo improvviso alla marcia dell’auto». Questi fattori sono valsi a Scapin una parziale riduzione della pena.

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