CORRUZIONE, CONDANNATO IMPRENDITORE
Il Tribunale di Brescia martedì 17 novembre ha condannato con rito abbreviato un imprenditore siciliano, operante nella nostra provincia, a due anni e due mesi di carcere per istigazione alla corruzione. I fatti risalgono allo scorso 30 giugno quando, durante la perquisizione di un fabbricato industriale di Lograto disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, l’indagato, un 65enne che opera nel settore delle manutenzioni meccaniche, mentre stava assistendo alle operazioni ha proposto al Comandante della Compagnia di Brescia e ad un ispettore dello stesso Reparto di tenere per sé circa 70.000 euro in contanti, che gli stessi militari avevano appena rinvenuto nascosti all’interno del vano motore di un muletto presente nell’immobile. In cambio i finanzieri avrebbero dovuto interrompere le proprie ricerche e, quindi, sospendere la perquisizione. Le Fiamme Gialle, tutt’altro che accondiscendenti rispetto ai propositi dell’uomo, hanno quindi proceduto immediatamente al suo arresto per istigazione alla corruzione, proseguendo al contempo l’ispezione dei locali, dove sono state rinvenute, abilmente occultate, altre mazzette di banconote per una somma complessiva di 779.000 euro. L’imprenditore era infatti coinvolto in una indagine per false fatture e l’ingente somma ritrovata è risultata del tutto incoerente con i 160.000 euro lordi dichiarati complessivamente negli ultimi 20 anni dal suo intero nucleo familiare. Oltre alla condanna disposta nei confronti dell’imprenditore, i contanti ritrovati, con la sentenza di novembre, sono stati immediatamente confiscati.
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