SIMULA RAPINA, FINISCE IN CARCERE
I carabinieri e la procura hanno capito subito che la versione del portavalori faceva acqua da tutte le parti e ne hanno disposto il fermo. E' in carcere con l'accusa di furto aggravato il 41enne di origini egiziane, residente in un paese della nostra provincia, non in Valle Camonica, portavalori per un noto istituto di vigilanza, che martedì mattina ha chiamato il 112 facendo accorrere a Ceto i carabinieri della compagnia di Breno per una rapina. Ha raccontato agli uomini del capitano Filiberto Rosano arrivati in posto poco dopo le 6.30 di essere stato fermato da un'auto che gli avrebbe tagliato la strada e poi, sotto la minaccia di pistole, due uomini incappucciati lo avrebbero costretto a consegnar loro il contenuto del blindato: cinque valigette con all'interno contanti per ben oltre 300 mila euro. Troppe cose però non quadravano e così i carabinieri hanno fermato l'uomo che ora si trova in carcere a Brescia. Fermato il presunto autore del furto, però, i soldi non sono comunque stati ritrovati, i carabinieri – che mantengono il più stretto riserbo sulle indagini – avrebbero trovato in un cassonetto le buste dove era contenuto il denaro e le fascette che legavano le mazzette di banconote. Un giallo a cui i carabinieri di Breno stanno lavorando mettendo in campo tutti gli strumenti investigativi a loro disposizione. Una vicenda che, come detto, ha i contorni del giallo. Perché proprio la Valle Camonica per la denuncia essendo una zona dove non si sono mai verificati casi del genere, ma soprattutto che fine hanno fatto i soldi? Il portavalori ha agito da solo o aveva dei complici? Tutte domande a cui si cercherà di dare risposte in tempi brevi.
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