PRODUZIONE IN CALO NEL BRESCIANO
La consueta analisi trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un campione di 250 aziende facenti capo al settore manifatturiero, ha evidenziato nel 2020 un calo nella produzione pari al 16,2%. Decisiva ai fini del computo la flessione della scorsa primavera dovuta alla pandemia, quando la produzione ha registrato, in media, valori inferiori di oltre il 50% rispetto al pre Covid. Nel periodo tra ottobre e dicembre 2020, la variazione dell’attività produttiva dell’industria rispetto allo stesso periodo del 2019 è stata pari al -11,1%. Il 2020 delle imprese bresciane si chiude, dunque, nel complesso in ribasso, dopo la crescita zero del 2019 e il dato positivo segnato nel 2018 (+2,9%). Il recupero dei mesi estivi ha contribuito a limitare le perdite nell’anno e il quarto trimestre è stato solo in parte condizionato dall’introduzione delle nuove misure restrittive adottate in seguito al riacutizzarsi della crisi sanitaria. Le previsioni a breve termine sono tuttavia positive: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 41%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 37%, mentre il 22% stima un calo dell’attività. Un forte rimbalzo della produzione è invece atteso solo dal terzo trimestre del 2021 ed è legato all’efficacia e alla rapidità del piano vaccinale. L’allentamento completo delle restrizioni antipandemia rilancerebbe la fiducia e quindi la domanda, liberando per i consumi le risorse accumulate in questi mesi con il risparmio “forzato”. Dando un rapido sguardo, settore per settore la produttiva è aumentata in media nel comparto chimico, gomma, plastica (+10,7%) e della metallurgia (+7,7%); sotto la media nella meccanica (+4,4%), legno e minerali non metalliferi (+4,0%) e nel settore alimentare (+1,9%). È diminuita invece nel sistema moda che registra un -0,8%. Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 58% delle imprese, mentre le esportazioni verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 25% degli operatori. Tra i fattori che limitano la produzione, le aziende hanno segnalato in particolare l’insufficiente domanda dovuta al Covid-19. Nonostante tutto le aspettative, nel breve periodo, appaiono positive.
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