ADESCATA SUI SOCIAL: CONTINUANO LE INDAGINI

E' stata la mamma ad accorgersi che a fine marzo 2020 la figlia quattordicenne si era incupita, era ombrosa, non parlava più volentieri in casa. Ad insospettire la donna il fatto che non si trattasse semplicemente dal difficile periodo di isolamento, ma dall'aver scoperto sul telefono della giovane chat con 6 adulti, ai quali la figlia aveva inviato immagini e filmati sessualmente espliciti con protagonista la stessa ragazzina. Segnalato il fatto ai carabinieri, era poi stata contattata dalla polizia postale di Milano, che ha indagato sui contenuti delle chat e ieri ha denunciato a piede libero i 6 maggiorenni, accusati di detenzione di materiale pedopornografico e atti sessuali, ciascuno entrato in contatto per caso con la giovane. Tra i sei figurano due operai incensurati, nativi del Pakistan, di 23 e 26 anni e residenti a Trescore Balneario e Nembro. La polizia postale di Milano ha perquisito, su delega della procura per i minori di Brescia, le abitazioni dei 6 indagati, ai quali sono stati anche posti sotto sequestro gli smartphone e alcune schede di memoria: utilizzavano infatti il cellulare per messaggiarsi con la ragazzina. Chat dai contenuti assolutamente inappropriati, vista l’età della vittima: in alcuni casi gli indagati avevano pagato alla quattordicenne la ricarica del cellulare. Ad insospettire ulteriormente la madre il ricevimento di un pacco contenente alcuni capi di abbigliamento intimi del tutto inadatti a una quattordicenne, inviato dagli indagati che invitava la giovane ad indossarli per poi farsi inviare foto e video di lei con quel genere di abbigliamento. A quel punto la madre allarmata raccontava tutto alla polizia postale. Scattava l'indagine durata alcuni mesi, che portava alle denunce a piede libero. L’operazione è stata ribattezzata «Cometa» e ha visto in azione anche la polizia postale di Brescia e di Bari e il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on line.

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