BOTTA E RISPOSTA A CORTENO GOLGI
Le associazioni ambientaliste accusano l'amministrazione comunale di Corteno Golgi di voler ritagliare i confini della Riserva Naturale delle Valli di Sant'Antonio così da fare cadere i vincoli ambientali oggi in vigore e consentire la realizzazione della mini centrale idroelettrica le cui opere sono state bloccate in via giudiziaria proprio per via dei vincoli ambientali cui l'area è sottoposta. Non solo: l'accusa è anche quella di aver stretto un accordo con la controparte per realizzare nuove infrastrutture turistiche invasive. Non stanno così le cose invece secondo il sindaco Ilario Sabbadini che chiarisce che la richiesta di riperimetrazione della Riserva inviata alla Regione ha l'obiettivo di migliorare ai fini sia ambientali sia turistici l'ingresso alle valli di Campo Vecchio e Val Brandet e che con una delibera del consiglio comunale è stata approvata la possibilità di attuare un accordo preventivo con il costruttore della centralina affinché, nel caso l'opera venuti meno i vincoli ambientali riprendesse il suo iter, vengano realizzate opere compensative come un parcheggio e soluzioni per ovviare al problema del traffico dei turisti soprattutto nei fine settimana estivi. La vicenda risale al 2012 quando la Provincia concede alla Segheria Bianchi Giacomo Snc la concessione di derivazione per uso idroelettrico del torrente S. Antonio contro la quale comune, comunità montana e Legambiente fanno ricorso poiché nel Piano di gestione è vietata la realizzazione di tali impianti. Ricorso accolto dal Tribunale Superiore delle Acqua nel 2012 contro il quale però il costruttore, che aveva avviato i lavori costruendo opera di presa e conduttura, ha opposto ricorso a sua volta alla Corte di Cassazione che lo ha respinto e che ora attende anche la sentenza del Tribunale delle Acque pubbliche. La richiesta dell'amministrazione comunale di riparametrare la Riserva prevedendo una zona di rispetto tra il paese di Corteno e la frazione di Sant'Antonio, con farebbe però cadere alcuni vincoli con l'obiettivo di costruire delle opere per migliora l'accesso alle valli, ma tra questi vincoli cadrebbe anche quello che ha impedito al costruttore di realizzare la centralina. “Il ritaglio e la riduzione dell’area della Riserva sono inaccettabili ed andranno spiegati anche all’UNESCO visto che la Valle Camonica è Riserva della Biosfera” - affermano il Commitato Centraline, Legambiente, Italia Nostra, il Cai, gli Amici della Natura, Arcobaleno, Amici del Torrente Grigna e l'associazione pescatori. “La richiesta di prevedere zone diverse nella Riserva è prevista dal Piano di Gestione ed era già stata avanzata negli anni '90 con l'obiettivo di rendere l'area più funzionale” - ribadisce il sindaco, che ricorda che la richiesta potrebbe restare arenata in consiglio regionale come in passato e che nel frattempo l'accordo preventivo rappresenta una forma di compensazione che si tradurrebbe in 60 posti auto e nel pagamento di un affitto per l'utilizzo delle condutture e della scala di risaluta dei pesci.
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