IL LAGO BIANCO DEL PASSO DEL GAVIA E’ SALVO

Il Comune di Valfurva alla fine ha messo nel cassetto il progetto di captazione dell’acqua dal lago Bianco del Passo del Gavia, per produrre neve artificiale. Ci sono voluti 14 anni di battaglie da parte degli ambientalisti e di tutti coloro che vogliono salvaguardare il lago alpino, ma alla fine il risultato è stato raggiunto: il lago che sorge a quota 2607 metri a cavallo tra le province di Brescia e di Sondrio, le cui acque, nel progetto del Comune di Valfurva, committente dell’opera, dovevano servire per innevare le piste sciistiche alle prese con il cambiamento climatico, è salvo. Il cantiere era già iniziato, ma dopo la pausa invernale, non aprirà più. A seguito delle proteste che nei mesi scorsi hanno portato in quota centinaia di persone per ammirare e difendere il lago alpino, perla naturalistica e ambientale, proteste che hanno portato alla nascita di due comitati e che sono arrivate anche al Parlamento europeo con una petizione che chiama in causa le leggi europee a protezione del sito, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luca Ferdinando Belotti, ha fatto dietrofront e, con una delibera della giunta comunale, ha stralciato sia il progetto di captazione dell'acqua dal lago Bianco, sia il pozzo in località Plaghera. La delibera modifica la convenzione in base alla quale la società S.C.I. Spa era stata autorizzata a prendere l’acqua del lago Bianco e trasportarla 900 metri più in basso, facendola scivolare dentro una condotta lunga quasi otto chilometri, fino alla pista dello sci di fondo in paese. Soddisfatto l’Osservatorio Parco dello Stelvio, composto da Legambiente, Cai, Pro Natura, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, Wwf, che si è opposto al progetto, con il Comitato informale «Salviamo il lago Bianco» e il Comitato Civico Ambiente di Merate, nati per guidare la battaglia politica e legale e sottoporre il caso agli enti interessati. Una vittoria, lo stop dei lavori, costruita dal basso, dai cittadini, che però ora si chiedono dove fossero gli enti competenti, Provincia, Arpa, Ispra, Regione, Parco dello Stelvio, Ministero dell’Ambiente, e mentre attendono le verifiche sul caso, si dicono pronti a vigilare sul ripristino del sito, sulla sua conservazione e valorizzazione. I costi per riportare il lago alla sua bellezza originaria, per cancellare lo scempio dei lavori – afferma Legambiente - non dovranno però essere a carico della collettività.

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