ALCOLISMO IN LOMBARDIA SOPRA LA MEDIA

Come risaputo i rischi aumentano con l’aumentare della quantità di alcol ingerita, non esiste quindi un livello di alcol sicuro per la salute. Anche piccole quantità infatti accrescono la possibilità di sviluppo di tumori, danni cerebrali e numerose altre patologie. Anche altri fattori incidono sui rischi alcol-correlati come la quantità di alcol assunta nel corso della vita, la frequenza del consumo, le quantità ingerite per singola occasione, il contesto, se si beve a stomaco vuoto o insieme a farmaci o altre sostanze, la suscettibilità individuale. Eppure i consumatori sono in continuo aumento. A confermarlo il rapporto 2004, relativo all’anno 2022 in Lombardia pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione dell’Alcol Prevention Day. Nella nostra regione i consumatori di bevande alcoliche sopra gli 11 anni sono stati il 76,6% degli uomini e il 59,8% delle donne, dati in linea con la media nazionale e stabili rispetto al 2021. Analizzando le diverse tipologie di alcol, a livello regionale sono in aumento e sopra la media nazionale le consumatrici di aperitivi alcolici, ovvero il 36,8% delle donne (+13,3%). Inoltre sono sopra la media, anche se stabili rispetto al 2021, i consumatori maschi di superalcolici (39,9%). Sotto la media nazionale i consumatori maschi di amari, il 40,6%. Per quanto riguarda i consumatori a rischio sulla base del criterio dell’Istituto Superiore di Sanità, si rileva un aumento: nel 2022 la prevalenza è stata del 21,9% tra gli uomini e del 10% tra le donne, mentre nel 2021 era al 9,3% tra le donne e al 21,7% tra gli uomini A preoccupare sono fenomeni come l’abbuffata di alcolici, che influisce negativamente su una serie di funzioni cognitive tra cui la memoria, la pianificazione e il controllo motorio complesso, perdita che può portare a comportamenti inaspettati e lesioni. Sul fronte mortalità dovuta all’alcol se si guarda al rapporto rispetto al numero di residenti la Lombardia non è tra le peggiori. Ma è al primo posto per valori assoluti, con 43 decessi tra le donne e 171 tra gli uomini, dati in crescita rispetto al pre-Covid.

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