BERISA DICHIARA DI AVER UCCISIO VIKTORIA

Kadrus Berisa, 60enne serbo, in carcere dal novembre scorso con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, occultamento di cadavere e anche stalking di Viktoria Vovkotrub, la 42enne ucraina che per qualche tempo era stata sua compagna, ha definitiva mente confessato l'omicidio: “Ammetto di aver commesso l'omicidio”, sono state le sue parole davanti alla Corte d’Assise nel processo di primo grado. Viktoria era sparita la sera del 4 novembre 2020: il suo corpo era stato ritrovato sepolto nel giardino di una ex bocciofila nel quartiere primo maggio, a pochi passi dall'abitazione del suo ex-compagno. Berisa era stato fermato dai militari dell'Arma il 10 novembre proprio nel momento in cui tentava di disfarsi di un tappeto impregnato del sangue della vittima. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Donato Greco per conto della Procura della Repubblica di Brescia già nei giorni successivi al fermo avevano portato a raccogliere ulteriori ed importanti elementi, tutti concordanti tra loro, con gravi indizi nei confronti del serbo. Il sopralluogo della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri presso la sua abitazione aveva consentito di rilevare alcune tracce di sangue, compatibili con una dinamica di tipo violento. Lo stesso sangue era stato rinvenuto sul tappeto di cui Berisa stava cercando di sbarazzarsi, inserendolo in un cassonetto di via Metastasio, zona quartiere Fiumicello, martedì 10 novembre: ma i carabinieri, che evidentemente erano sulle sue tracce, lo avevano fermato recuperando un reperto risultato poi prezioso nell'indagine. Messo alle strette, l'uomo aveva poi fornito indicazioni determinanti al ritrovamento del cadavere di Viktoria. Dal carcere Kadrus Berisa ha scritto un memoriale di centinaia di pagine, un po’ in italiano e un po’ in serbo. Dove avrebbe anche fatto le prime ammissioni sull’omicidio della ex compagna. Ora lo ha chiaramente dichiarato al Tribunale. La sentenza è attesa a breve, visto che non dovrebbero più sussistere ragioni per celebrare altre udienze.

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