30 ANNI ALL'ASSASSINO DI CAROL MALTESI

I giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio hanno condannato a 30 anni di carcere Davide Fontana, il 43enne che nel gennaio 2022, a Rescaldina aveva ucciso la 26enne Carol Maltesi. I resti della ragazza vennero ritrovati in una scarpata lungo la provinciale 5 che da Paline di Borno conduce a Dezzo di Scalve. IL copro, diviso in 18 parti, è stato trovato in alcuni sacchi neri della spazzatura gettati nella scarpata sottostante una piccola area di sosta. Dopo 7 ore di camera di consiglio, la sentenza è stata emessa per omicidio, distruzione e occultamento del cadavere di Carol Maltesi, vicina di casa di Davide Fontana ed ex compagna che era stata uccisa durante le riprese di un filmato porno. Durante l'udienza, che si è tenuta questo lunedì 12 giugno, sono stati ridimensionati anche i risarcimenti: 180mila euro al figlio, 20mila al padre del bimbo e 100mila euro ai genitori. I giudici dunque hanno escluso le aggravanti della premeditazione, delle sevizie e dei motivi abietti e futili. La procura di Busto Arsizio aveva chiesto la pena dell'ergastolo, mentre la difesa di Fontana aveva chiesto il minimo della pena. La sentenza prevede 24 anni per l'omicidio e 10 per gli altri reati. Il delitto risale all'11 gennaio del 2022, quando Davide Fontana, dopo aver colpito a martellate in testa la giovane ed averla sgozzata, ne aveva sezionato il cadavere in 18 parti, riposte fino alla fine di marzo in un congelatore. La macabra ricostruzione dell'accaduto e delle terribili sequenze è emersa con chiarezza nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Breno, coordinate dal Capitano Filiberto Rosano, con il Comando provinciale di Brescia ed i carabinieri di Rescaldina, che avevano fiutato la pista dopo che Fontana aveva denunciato al loro comando la scomparsa di Carol Maltesi. In tribunale è stata raccontata anche la sequenza di quei giorni, dal 21 gennaio al 20 marzo 2022: Fontana ha prima tentato di bruciare i resti con un barbecue, li ha custoditi in un surgelatore, acquistato appositamente e alla fine li ha abbandonati in alcuni sacchi della spazzatura a Paline di Borno. Una volta individuata l'identità della ragazza, grazie al fiuto del giornalista Andrea Tortelli, direttore di un quotidiano on-line di Brescia che aveva riconosciuto i tatuaggi pubblicati dai carabinieri, in 48 ore i Carabinieri di Breno erano risaliti a Davide Fontana il quale, per settimane, usando il cellulare di Carol, aveva risposto ai messaggi di parenti e amici, fingendosi lei. Secondo la Procura l'uomo aveva agito perché Carol gli aveva confidato di aver deciso di trasferirsi a Verona, per stare più vicino a suo figlio, avuto da una precedente relazione. La difesa lo aveva invece escluso, chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche dopo la confessione di Fontana che ha portato alla condanna a 30 anni di carcere. Tra poco più di una decina di anni Davide Fontana potrebbe usufruire di tutte le varie possibilità per uscire dal carcere.

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