ENCOMIO AI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI BRENO

Sono riusciti ad arrivare in poco tempo alla soluzione di un omicidio efferato e hanno assicurato alla giustizia il responsabile. Per questo, per aver risolto il giallo della morte di Carol Maltesi, uccisa e fatta a pezzi nel gennaio scorso a Rescaldina e ritrovata nei boschi di Paline di Borno, in Valle Camonica, anche i militari della compagnia di Breno, durante i festeggiamenti di questo lunedì 5 giugno a Brescia dell'Arma dei Carabinieri a 209 anni dalla fondazione del corpo, hanno ricevuto un encomio, conferito dal Prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà. Un encomio conferito in primis al Capitano della compagnia di Breno, Filiberto Rosano, che ha guidato le indagini, e ai luogotenenti carica speciale Luca Chesini e Andrea Giannangeli, al maresciallo maggiore Fabio Centola, al maresciallo maggiore Matteo Lorandini, al maresciallo ordinario Giacomo Gazzoli, al brigadiere capo qualifica speciale Michele Miliano, al vice brigadiere Massimiliano Nicoletti, all'appuntato Domenico Petrillo e al carabinieri Giusuppe Matteis. Hanno tutti dimostrato, come si legge tre le motivazioni dell'encomio, “professionalità e perseverante impegno e hanno fornito un contributo determinante all'attività di indagine”. Davide Fontana, reoconfesso del delitto, si trova in carere con l'accusa di aver ucciso la donna a martellate e anche di occultamento e distruzione del cadavere per aver fatto a pezzi il corpo della donna, averlo messo in un congelatore e, a distanza di quasi tre mesi, averlo gettato in sacchi dell’immondizia in un dirupo a Paline. Al 43enne milanese bancario-foodblogger e attore hard amatoriale, i carabinieri della Compagnia di Breno e del nucleo investigativo di Brescia, sono risaliti ,dopo il macabro ritrovamento del cadavere. nel giro di 48 ore, nonostante i depistaggi: l'uomo infatti aveva usato il telefono della vittima dopo la sua morte, fingendo di essere lei, e si era presentato anche ai carabinieri per sporgere denuncia di scomparsa, preoccupato per l'amica e vicina di casa, ma i carabinieri non gli hanno creduto. All'auto della vittima, condotta dall'uomo e transitata domenica 20 marzo scorso, proprio in territorio di Borno, i militari sono arrivati attraverso le analisi delle telecamere di videosorveglianza e hanno ricostruito attraverso indagini serrate, coordinate dal procuratore Lorenza Ghibaudo, la relazione che c'era stata tra lui e l'attrice 26enne italo-olandese Carol Maltese, mamma di un bambino di sei anni, e infine ricostruendo il femminicidio nella sua efferatezza, avvenuto nell'appartamento della vittima a Rescaldina. Messo alle strette, durante l'interrogatorio, l'uomo ha così confessato. Questo lunedì in Corte d'Assise di Busto Arsizio si è svolta la penultima tappa del processo che ha visto i legali della difesa chiedere l'annullamento delle aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche, quindi il minimo della pena, dopo che invece lunedì scorso l’accusa aveva chiesto l’ergastolo e due anni di isolamento diurno.

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