ASSOLTI CACCIA CINGHIALE

Assolti con formula piena perché il fatto non sussiste, quelle battute di caccia erano legittime. A quattro anni dall'apertura dell'inchiesta che ha chiamato sul banco degli imputati l'ex presidente della provincia di Brescia il camuno Pier Luigi Mottinelli, l'ex comandante della Polizia Provinciale Carlo Caromani ed altri sei imputati a rispondere di peculato, inquinamento ambientale, uccisione ingiustificiata di animali e macellazione abusiva, la vicenda giudiziaria si chiude con l'assoluzione di tutti. La sentenza davanti al giudice della prima sezione penale ha decretato che quegli abbattimenti erano leciti e non come ipotizzato dall'accusa in fase di indagine privi dell'autorizzazione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale. Il motivo del giudizio era infatti la leicità di una serie di battute di caccia al cinghiale organizzate dalla provinciale e della popolizia provinciale organizzate dalla provincia come piani di abbattimento di selvatici che arrecavano e arrecano danni al territorio. L'indagine aveva preso il via nel 2017 quando in procura a Brescia era stato segnalato che i cacciatori bresciani godevano di battute di caccia al cinghiale fuori stagione camuffate da piani di abbattimento. La stessa fonte riferì di macellazioni non confermi e vendita della carne. Le infagini furono condotte dai carabinieri forestali che nel 2018 depositarono in procura un'informativa riguardante 150 battute con 300 animali abbattuti in varie zone della provincia. A dibattimento, dopo il rinvio a giudizio, erano finiti l’ex presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli, l’ex comandante della polizia provinciale Carlo Caromani, gli agenti Gianluca Cominini e Dario Saleri, il funzionario dell’ex ufficio caccia in Broletto, Raffaele Gareri, l’ex dirigente dell’Ambito territoriale unico, Oscar Lombardi e i direttori dell’ufficio territoriale in Regione Lombardia, Giulio Del Monte e Alberto Cigliati. Accusati, a vario titolo, di uccisione ingiustificata di animali e macellazione abusiva, peculato e inquinamento ambientale. Accuse che non hanno retto: prima ancora che il tribunale è stato lo stesso pm a chiedere l'assoluzione degli imputati

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