LIBERI, DI NUOVO, I FRATELLI SALLAKU
Si sono rivolti al Tribunale del Riesame, l'organo della giustizia a cui gli imputati possono ricorrere per contestare i provvedimenti richiesti dal pm al termine delle indagini preliminari, come l'arresto. La misura cautelare nei confronti dei fratelli Sallaku è stata così rivista e i giudici del riesame hanno deciso che non ci sono gli elementi per tenerli in carcere. Tornano quindi, di nuovo in libertà, i fratelli Isuf, Gazmir, Saimir, Taulant e Gezim (ex presidente del Darfo Calcio) e per le mogli di questi ultimi due sono stati annullati i domiciliari. L'accusa, per tutti e 7 i membri della famiglia albanese finita al centro di un indagine che mirava a smantellare un sodalizio italo albanese che importava droga e la spacciava in Valle Camonica, era di detenzione illegale di armi da fuoco. I carabinieri di Breno e di Clusone, infatti avevano colto in fragranza di reato e quindi arresto Saimir mentre faceva da tramite nella zona industriale di Piancamuno nella vendita di un chilo di cocaina e a novembre sono giunti a perquisire la villa di Sale Marasino dove risiede la famiglia Sallaku. Qui i carabinieri avevano trovato tre pistole cariche, nascoste in un buco nel muro del garage, illegalmente detenute e avevano arrestato tutti i fratelli. Quello già in carcere per droga però, Saimir, si era assunto la colpa di aver nascosto quelle pistole 8 anni fa e di non averle più toccate. Così il gip non aveva convalidato alla fine gli arresti per gli altri membri della famiglia, che erano tornati in libertà. La Procura ha però continuato ad indagare, arrivando a sostenere che quel buco nel muro nel 2015 non c'era e quindi smantellando la versione di Saimir Sallaku: quelle pistole secondo l'accusa, che a sua disposizione avrebbe anche delle intercettazioni telefoniche, erano nella disposizione della famiglia. Da qui l'arresto, questa volta convalidato dal gip ma annullato con il ricorso, da parte degli imputati, al Tribunale del Riesame. Mentre restano in carcere per l'inchiesta sul traffico di droga i fratelli Saimir e Taulant, gli altri tre tornano in libertà. Gli arresti dell'ex presidente del Darfo Calcio e le scarcerazioni ormai, non si contano più: nel 2002 era stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Brescia in merito al traffico di auto di lusso rubate e rivendute nell’est Europa; nell'aprile del 2015 accusato di riciclaggio e ricettazione nell'ambito di una vasta operazione anticrimine delle Questure di Brescia e di Cremona che aveva portato arresti in tutto il Nord Italia; sempre nel 2015 arrestato per associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale; fino all'operazione del 2018 con cui i Comandi provinciali di Brescia e Bergamo hanno sgominato un’organizzazione composta da albanesi e italiani dediti al traffico di droga. La tesi della Procura è che la famiglia albanese, residente a Sale Marasino, sia al centro del sodalizio criminale. Ogni arresto però è durato poco e l'ex presidente del Darfo oggi, è di nuovo in libertà. Parla di accanimento nei suoi confronti e si dice pronto a dimostrare che con il traffico di droga, non ha nulla a che fare. La storia quindi, continua.
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