OPERAZIONE MALOCU, 13 ARRESTI
Malocu era il soprannome del capo della banda, un albanese di 38 anni. Era lui a gestire il traffico insieme a due suoi connazionali di 47 e 31 anni. Sono stati raggiunti, questo lunedì mattina all'alba quando dalla caserma di Breno è scattato il blitz, da ordini di custodia cautelare emessi dal tribunale di Brescia, insieme ad altre 7 persone, tutte italiane. Due sono invece state arrestate in flagranza. Malocu, infatti, è anche il nome dell'operazione condotta dai carabinieri della compagnia di Breno che ha inferto un altro duro colpo al traffico di stupefacenti in Valle Camonica ed in provincia di Brescia. 13 gli arresti tutti per detenzione e spaccio di cocaina ed eroina. Ad essere arrestati, oltre ai tre albanesi una coppia di Darfo, lui 57enne attualmente in carcere, lei 48enne ai domiciliari. Erano già stati arrestati l'anno scorso durante l'operazione Lucignolo sempre condotta dai carabinieri di Breno. Come il loro principale acquirente, un panettiere 27enne di Corteno Golgi, già finito in manette insieme alla compagna e al figlio di lei. Era il fornitore per l'alta Valle Camonica. Arrestati anche altri due cavallini della coppia di Darfo, due uomini di Esine e un 52enne di Dimaro in provincia di Trento che due o tre volte al mese scendeva in Valle per i rifornimenti. L'11esimo uomo è uno spacciatore al dettaglio di Bagnolo Mella che riforniva la bassa dopo aver acquistato dai tre albanesi mentre i suoi genitori – 60enni titolari di un'azienda agricola che questa mattina hanno tentato di disfarsi della roba all'arrivo dei carabinieri sono finiti in manette in flagranza. L'indagine ha visto all'opera questo lunedì mattina oltre 50 carabinieri del comando provinciale ed ha preso le mosse nel maggio 2020 quando i carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia di Breno inseguono un motociclista che a Edolo non si ferma all'alt e lo trovano in possesso di 50 grammi di cocaina, roba appena acquistata a Darfo. Nel corso delle indagini sono già finiti in carcere nove spacciatori. Le indagini, con intercettazione telefoniche ed ambientali, hanno permesso agli uomini del capitano Filiberto Rosano di ricostuire l'intera filiera. Il sequestro di due pistole, due armi clandestine e relative munizioni, nel corso delle perquisizioni odierne, la dice lungo sulla statura criminale della banda. Nella stessa abitazione a Bagnolo un borsone con circa 100 mila euro in banconote da 50 e 200, risultate false, nascoste in camera da letto. Forse servivano per simulare una buona disponibilità finanziaria durante le trattative per l'acquisto della roba. Sono stati sequestrati anche 250 proiettili e 180 grammi di cocaina. Durante le operazioni, come detto sono finiti in manette anche due coniugi titolari di un'azienda agricola dove risiedeva il figlio. I due indagati a piede libero all'arrivo dei carabinieri hanno ritardato ad aprire la porta tentando invano di dare alle fiamme nel caminetto a un involucro di cocaina. La perquisizione estesa all’abitazione ho portato al rinvenimento di 11 dosi di cocaina già confezionate per la vendita al dettaglio e 6 mila euro in contanti, altri 4 mila euro sono stati sequestrati nell'abitazione di un altro degli arrestati.
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