DROGA E CAVI ELETTRICI: MAXI SEQUESTRI

Due grosse operazioni della guardia di finanza hanno avuto in queste ore come centro Bergamo: la prima, un maxi sequestro di stupefacenti a Malpensa perché parte del carico era destinato alla provincia orobica, la seconda perchè nel maxi sequestro di cavi elettrici ed adattori non conformi agli standar di sicurezza hanno partecipato attivamente i baschi verdi del comando provinciale di Bergamo. Era destinata anche al mercato della bergamasca una cospicua fetta delle quasi due tonnellate di droghe sintetiche sequestrate dalla guardia di finanza di Varese dopo mesi si indagini e di monitoraggio dei cargo di Malpensa. La riba, infatti, arrivava per posta. Gli investigatori delle Fiamme Gialle grazie alla loro esperienza in materia e grazie all'uso di cani antidroga sono riusciti a intercettare centinia di spedizioni tra quelle che ogni giorni arrivano all'aeroporto lombardo spedite per lo più dalla Spagna, ma anche dagli Stati Uniti d’America e da alcuni Paesi dell’Africa orientale come Kenya e Somalia, oltre che dai paesi del centro-sud America costantemente sotto osservazione. Il modus operandi intercettato dai militari della guardia di finanza ha avuto un picco durante il periodo della pandemia. Grazie a questa operazione denominato Home Delivery sono state sequestrate circa due tonnellate di droghe destinate alle principali piazza di spaccio in Italia, fra cui appunto la provincia di Bergamo. Nei pacchi intercettati non c'erano solo le tradizioni hashish marijana e cocaina ma anche droghe sintetiche e naturali come il khat denominata “droga dei poveri”, un arbusto coltivato nel corno d’Africa o l’ayahuasca, la «droga degli sciamani. In manette sono finite 20 persone, altre 29 sono state denunciate. La guardia di finanza di Bergamo ha invece partecipato attivamente in queste ore ad un'altra operazione, in collaborazione con la guardia di finanza di Monza che ha portato al sequestro di oltre 440 chilometri di cavi eletrrici e di circa 2 mila adattatori non conformi alle norme di sicurezza. Erano custodite in quattro magazzini di altrettante società gestite da cinesi tutte in provincia di Monza. Il materiale, potenzialmente pericoloso perché non realizzato con le norme sulla sicurezza, è stato sequestrato.

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