CARCERE DI BERGAMO, 60 I POSITIVI

L’ondata di contagi non ha risparmiato il carcere di Bergamo, sia pur con numeri decisamente meno allarmanti rispetto alle strutture di altre città, ma sufficienti per costringere la direzione a riaprire una sezione dedicata ai detenuti positivi al virus. Ad oggi sono 60 i detenuti in isolamento, nessun caso risulta essere grave, essendo perlopiù asintomatici. Si tratta di detenuti ospitati tra la sezione penale e la casa circondariale. Contrariamente non si registrano casi , nella sezione femminile. Pesantemente colpita durante le festività natalizie, come precisato da Valentina Lanfranchi, garante dei diritti dei detenuti. La situazione, sotto costante monitoraggio, non è certamente paragonabile alla primavera 2020, periodo in cui chi si contagiava veniva trasferito per la quarantena e per eventuali cure tra Bollate e San Vittore, oggi in affanno. Essendo Milano al centro di quest’ondata e con la crescita di casi anche a Bergamo, è stato così necessario rivedere il meccanismo e si è deciso che i positivi non si spostano. Da qui, la conversione della prima sezione in “reparto” Covid. Grazie alla campagna vaccinale, non è stata prevista l’interruzione delle visite, mentre si mantiene allineato ai dato regionale, il numero di agenti di polizia penitenziaria assenti causa Covid, la cui percentuale oscilla tra l’8 e il 10%. Da segnalare la protesta, con il lancio di oggetti infiammati attraverso le sbarre delle finestre del penitenziario, avvenuta nella serata di martedi. Una 15 di minuti di trambusto, che da quanto si è appreso sarebbe però riconducibile, come precisato dalla direttrice del carcere Teresa Mazzotta, ad una forma di solidarietà nei confronti dell’ex deputata radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame per protestare sul cronico problema del sovraffollamento. Avrebbe coinvolto una sola sezione, i cui detenuti hanno rifiutato il vitto. È un tema, quello del sovraffollamento, che tocca anche Bergamo con i suoi oltre 500 ospiti, a fronte di una capienza di 315 posti, tanto che l’estate scorsa l’associazione Antigone l’aveva messa tra le situazioni peggiori, al quinto posto in Italia.

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