TRUFFA DEL “FALSO POSITIVO”
La truffa così detta del “falso positivo”, non sta risparmiando la provincia di Bergamo. Si tratta di un espediente molto semplice e si basa sull’assenza di controlli delle reali generalità di chi effettua un tampone molecolare. Viene sottoposto al tampone un familiare, un conoscente o, peggio, un soggetto terzo che lo fa perché vicino all’universo dei no-vax, ma con in tasca la tessera sanitaria, sempre più spesso l’unico documento richiesto dal personale addetto ai tamponi, di un’altra persona del tutto negativa e, a differenza sua, non vaccinata. Che, però, risulterà sulla carta positiva e soprattutto – ed è questo lo scopo di quella che di fatto è una truffa a tutti gli effetti – dopo dieci giorni – e dopo un ulteriore tampone di controllo, sempre effettuato per interposta persona – potrà ottenere il Green pass quale soggetto guarito dal Covid, evitando in tal senso di essere sottoposto al vaccino. Un escamotage sul quale stanno indagando anche i carabinieri del Nas, il nucleo antisofisticazione e sanità di Brescia, che ha competenza anche su Bergamo e provincia, in considerazione del doppio rischio al quale si incorre, vale adire essere ufficialmente guarito e per questo coperto dagli anticorpi che, nella realtà, il soggetto non ha in quanto non si è mai ammalato né è guarito; e poi diventare un potenziale veicolo di contagio, visto che i non vaccinati, stando ai dati, contagiano in percentuale maggiore rispetto a chi è protetto dal vaccino. Ad oggi sarebbero una ventina i casi sottoposti a esame e i cui riscontri sono al vaglio degli stessi carabinieri. Gli accertamenti sono soltanto all’inizio ma avranno un seguito in controlli incrociati complessi e che potrebbero concludersi, nella peggiore delle ipotesi, con denunce per sostituzione di persona.
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