STRAGE DI VIA PALESTRO INDAGATA 57ENNE DI ALBANO
A quasi 29 anni di distanza, i carabinieri del Ros di Firenze hanno bussato alla sua porta, dell’abitazione di una 57enne, residente ad Albano Sant’Alessandro, a caccia di indizi, soprattutto foto datate, che possano supportare quelle che per ora sono ipotesi investigative. La donna, che respinge con forza ogni accusa, è sospettata d’essere la persona che guidò la Fiat Uno imbottita di tritolo parcheggiata in via Palestro a Milano il 27 luglio 1993, che a seguito dell’esplosione causò la morte di cinque persone. La sospettata risulta iscritta nel registro degli indagati per associazione di stampo mafioso finalizzata alla strage, con le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione e per agevolare l’attività di Cosa Nostra nell’inchiesta della Procura di Firenze che ha già portato alla condanna definitiva dei mandanti degli attentati, mafiosi del calibro di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Matteo Messina Denaro. Quel 27 luglio 1993 due testimoni videro, come recita il decreto di perquisizione, una donna sui 30 anni, di bell’aspetto, slanciata e alta, portare la Fiat Uno, in via Palestro. La svolta sarebbe arrivata grazie ai nuovi software usati per la comparazione dei volti: alcuni mesi dopo l’esplosione, durante una perquisizione in una villa ad Alcamo (Sicilia), fu infatti trovata in una enciclopedia una fotografia di donna simile all’identikit elaborato dopo la strage. Successivamente il software avrebbe segnalato una correlazione tra la foto ritrovata ad Alcamo e una foto segnaletica dell’indagata. Nella strage persero la vita cinque persone, tre vigili del fuoco, e un uomo di origine marocchina che in quel momento stava dormendo su una panchina e con loro il vigile urbano Alessandro Ferrari, originario di Gandino, che venne scagliato dall’onda d’urto a una distanza di oltre venticinque metri. Proprio in memoria di Ferrari sono stati intitolati la sala civica di Gandino e il presidio antimafia della Val Seriana dell’associazione Libera.
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