UNO SCIOPERO CONTRO LA VIOLENZA

Otto marzo di protesta per le operatrici dei centri antiviolenza e delle case rifugio per donne. Per il secondo anno anche le professioniste e le volontarie camune aderiscono allo sciopero, perché da anni denunciano che per molte istituzioni l'interesse al contrasto della violenza di genere sia solo superficiale, ribadito in occasione di giornate come l'8 marzo e il 25 novembre senza trovare poi la giusta programmazione che rischia di vanificare il lavoro che i centri antiviolenza svolgono per combattere la violenza di genere. 
Quest'anno però in Valle Camonica c'è una ragione in un più per aderire a questo sciopero. I centrti antiviolenza lombardi, quindi anche i due camuni di Darfo e Cedegolo, stanno lavorando, da gennaio, sulla promessa di un finanziamento che al momento è arrivato solo al 50% delle aspettative. Un problema cui stanno cercando di dare una risposta gli enti locali sollecitati anche dal comune di Darfo che oltre ad ospitare il centro antiviolenza di via Barbolini è anche capofila della rete che vede coinvolte tutte le istituzioni del territorio, dalle associazioni al pronto soccorso, dalle forze dell'ordine al volontariato. La rete è nata nel 2014. Da allora il servizio antiviolenza sul territorio ha avuto una grande espansione, sono nati i due centri antiviolenza, c'è grande sinergia fra le istituzioni anche sanitarie e delle forze dell'ordine per tentare di intervenire anche in casi estremi con tempestività.

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