UN FOCUS SULLA VITICOLTURA CAMUNA

La viticoltura di montagna è da sempre considerata eroica, i vitigni crescono su pendii e terrazzamenti; l'agricoltura di motagna crea un legame imprescindibile con il territorio. Così anche in Valle Camonica dove la viticoltura era presente già in età romanica, raggiunse importanti livelli di espansione nel 1500 e venne abbandonata con l'avvento della grande industria nel secondo dopoguerra. Da una ventina d'anni a questa parte un gruppo di eroivi viticoltori ha riprese e coltivare la vite con impegno e con un buoni anche se faticosi e lenti risultati. Merlot e Marzemino, Riesling e Incrocio Manzoni danno vita a rossi di corpo e a bianchi fruttati. La maggior parte dei viticoltori ha dato vita al Consorzio Vini IGT ed è proprio il Consorzio, insieme al Cervim (il centro di ricerva e valorizzazione della viticoltura di montagna) all'Ersaf e a Regione Lombardia che ha organizzato per questo sabato un convegno dedicato al futuro della viticoltura in Valle Camonica e alla viticoltura di montagna. Durante i lavori infatti, sono state presentate diverse esperienze di successo di viticoltura eroica. I lavori si sono divisi in due parti, la prima dedicata alle relazioni, la seconda ad una tavola rotonda. Il convegno di Boario è il primo di una serie di eventi e d è servito a fare un focus sulle opportunità date dall'agricoltura di montagna che può diventare un sostegno a tutte le attività del territorio, a cominicare dal turismo, ma che rappresenta un fiore all'occhiello per il territorio, anche per quello camuno.

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