GLI ALPINI DI EDOLO TORNANO IN MOLA
Gli alpini del gruppo di Edolo, con la presenza dei gagliardetti di numerosi gruppi camuni e dei vessilli sezionali della Vallecamonica, Brescia, Bergamo, Valsesiana, delle Associazioni combattentistiche e d'arma, hanno onorato questa domenica 28 agosto la tradizionale festa alpina in località Mola, a 1800 metri di quota, sui monti di Edolo, dove è stata eretta la prima chiesetta dedicata al neo proclamato Beato Carlo Gnocchi. L'iniziativa ha voluto fare memoria caduti del Battaglione Edolo, onorare il Beato don Gnocchi, Cappellano alpino sui fronti della seconda guerra mondiale, onorare le Forze armate presenti con il Comandante del Battaglione Tirano, il Vicecomandate della Base logistica di Edolo ed i Carabinieri rappresentati dal Maresciallo Fazio. Un momento speciale della cerimonia che si è trasformata quindi in una grande festa, è stato caratterizzato dalla presenza di Ugo Balzari, l'ingegnere alpino del Battaglione sciatori monte Cervino, che venne spedito sul fronte del Don a soli 20 anni. Il prossimo 3 ottobre taglierà il traguardo del secolo di vita: ma già dal questa primavera aveva richiesto più volte agli alpini di Edolo di essere informato sulla festa in Mola, essendo lui particolarmente legato alla storia del Battaglione Edolo ed essendo stato insignito del titolo di “cittadino onorario” di Edolo. Ugo Balzari è uno scrigno prezioso di memorie e testimonianze rare, oggi documentate nel bel libro edito dal Gruppo Alpini di Edolo, dal titolo: “Scusa nonno, forse io non capisco, ma perché sei andato a fare la guerra?”, dove vengono raccolti i ricordi e la storia dell'alpino Ugo Balzari, nato a Milano nel 1922, che ha vissuto la guerra di Russia del 1942-1943 come portaordini sciatore del Battaglione Edolo, inquadrato nel 5° Reggimento alpini, Divisione Tridentina. L’ordine della ritirata lo portò proprio Balzari con gli sci alle postazioni avanzate del Battaglione Edolo, sul Don, nel villaggio di Bassovka. Erano le 17,30 del 17 gennaio 1943. Tre giorni dopo, alle porte dell’abitato di Skororyb, il primo massacro per mano di un nemico cento volte più forte. In quell’occasione Ugo Balzari conobbe un santo, don Gnocchi, cappellano del 5° Alpini, che descrive come “una persona umana”. Preziosa la testimonianza di Balzari sul futuro Beato della Chiesa, Don Carlo Gnocchi. Il 17 gennaio 1943, dopo una furiosa battaglia nella sacca del Don, dove erano rimasta impantanate 13 divisioni italiane, attaccate da ogni lato dalla controffensiva rossa, Don Carlo Gnocchi chiese ai portaordini, tra cui Balzari, di allineare in fila i morti perché potesse dare loro l'ultima benedizione. Quando don Carlo vide che gli alpini avevano allineato solo i morti italiani, don Carlo disse a Ugo: “No, radunateli tutti, tutti: voglio benedire tutti questi uomini, qui non c'è più nessuna distinzione, ma solo giovani che stanno incontrando Dio”. In Mola erano presenti oltre 300 alpini ed oltre 500 persone in tutto, salutati da Egidio Masneri, Capogruppo di Edolo e da Luca Masneri, Sindaco del Comune. Quindi davanti alla chiesetta dedicata a Don Carlo Gnocchi, nella quale vi è un bellissimo quadro del Beato Alpino Teresio Olivelli, è stata celebrata la Santa Messa da don Claudio Sarotti e don Luca Danesi, accompagnata dal Coro Ana Vallecamonica e dalla Banda San Lorenzo di Sonico.
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