UNA PETIZIONE PER LA STRADA DEI TEDESCHI
E’ stata realizzata durante la seconda guerra mondiale dalla Todt, un’impresa di costruzioni che operò dapprima nella Germania Nazista, e successivamente, in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht. E’ la linea blu, una delle tre linee difensive che, con la Linea Gustav e la Linea Gotica, doveva servire ai tedeschi come linee di difesa contro gli americani che stavano risalendo l’Italia. Fatta di bunker, muraglioni, ponti e strade, la linea blu, rimasta incompiuta perché i tedeschi ripiegarono prima verso la Germania dopo che gli alleati avevano sfondato le alte linee di difesa, impiegò migliaia di prigionieri, di tedeschi e di gente del posto, nella sua costruzione ed è oggi un’opera che giace nascosta, nei boschi, nelle cantine, nei cortili e quindi spesso in proprietà private, poiché finita la guerra la gente aveva voglia di ricostruire e dimenticare. Oggi però, quelle tracce lasciate dai tedeschi in Valle Camonica durante la seconda guerra mondiale, sono state riscoperte e valorizzate da alcuni storici e studiosi locali, tanto che il FAI ha aperto alcuni siti al pubblico nelle scorse giornate d’autunno, mostrando anche il docufilm la Guerra Scampata di Stefano Malosso, che riassume questo lavoro di ricerca condotto da Franco Comella e dai ricercatori camuni Andrea Cominini e Daniele Fornoni . Una delle testimonianza della Linea Blu più importanti forse di tutta la Lombardia, è la Strada dei Tedeschi che attraversa i territori di Darfo BT, Gianico e Artogne, tanto che oggi, 12 associazioni della Valle Camonica si sono unite per promuovere una petizione sulla piattaforma change.org e sollecitare le amministrazioni comunali dei paesi interessati a definire ed attuare in tempi rapidi una soluzione con i privati che renda definitivamente fruibile, con un progetto di valorizzazione conservativo, il percorso che da Darfo BT arriva fino all’abitato di Piazze. Oggi il percorso infatti non è interamente fruibile e non è più possibile giungere all’abitato di Piazze se non per vie più lunghe e scoscese. Questo manufatto però, secondo le associazioni, oltre a rappresentare un pezzo significativo della nostra memoria collettiva, oggi potrebbe offrire ai cittadini ma anche ai turisti, un percorso unico ed emozionante immerso nella storia e nella poetica del paesaggio prealpino.
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