IL MESTIERE DEL GIOSTRAIO

E’ stato lo zio Ugo negli anni ‘30 a decidere di abbandonare il lavoro del mugnaio, per dedicarsi a qualcosa di più avventuroso e stimolante: il mestiere del giostraio, portato avanti oggi, quattro generazioni dopo, dalla famiglia Donati. Giorgio Donati infatti, originario appunto di Parma ma residente da 15 anni a Esine, con l’aiuto di figli e nipoti, gira le feste di paese della Valle Camonica, ma non solo, anche di tutta la provincia di Brescia, di Bergamo e della Brianza, portando la gioia degli autoscontri che negli anni ‘40 hanno sostituito il muro della morte, una delle attrazioni più entusiasmanti delle fiere dei primi anni del ‘900, quando le attrazioni erano bastate più sui personaggi e sulle abilità piuttosto che su giostre meccanizzate. Fare il giostraio, per usare un termine legato al passato, non è semplice, è quasi sempre un mestiere che si tramanda di famiglia in famiglia, è una scelta che implica lo spostamento continuo da una fiera all’altra, che implica molti sacrifici e anche gli esercenti viaggianti dello spettacolo fanno i conti con i problemi dell’attualità come il caro energia. Si tratta però di una scelta di vita legata ad un missione antica: quella di fare divertire la gente, perché non sarebbe San Paolo, oppure San Faustino, solo per citare due grandi fiere, senza le giostre.

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