22 MEDAGLIE NEL GIORNO DELLA MEMORIA
Una medaglia d’onore che porta il loro nome, anche se loro non possono riceverla. Una medaglia che ricorda però a tutti quello che loro hanno subito, che spesso non hanno trovato le parole di raccontare, perché non c’erano le parole adatte a descriverlo. E’ la medaglia che questo venerdì 27 gennaio, giorno della memoria, il prefetto di Brescia ha consegnato a 22 ex internati nei campi di concentramento nazisti. A ritirare l’attestato di riconoscimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i figli, nipoti e pronipoti di Italo Armanini, Alfredo Armellin, Francesco Berardi, Antonio Bertagna, Giovanni Bettineschi, Mario Bonafini, Giovanni Bondioni, Valentino Borghetti, Clemente Botticchio, Ilver Broglia, Giuseppe Comensoli, Giuseppe Falocchi, Giacomo Gatti, Giovanni Guizzardi, Ferdinando Inselvini, Giuseppe Manfredini, Domenico Morandini, Angelo Romelli, Faustino Rossini, Giovanni Salvi, Narciso Tononi e Attilio Zanardini. Sono stati tutti deportati e imprigionati durante la Seconda Guerra Mondiale, testimoni delle barbarie dell’Olocausto e dei campi di concentramenti che causarono 6 milioni di vittime, testimoni che non possono più tramandare la memoria della Shoah, ed è per questo che intervengono le istituzioni, perché si rinnovi ogni anno, il 27 gennaio, ma anche ogni giorno, nella vita di ognuno di noi, l’impegno contro ogni forma di persecuzione, discriminazione e sopruso a danno dei più deboli ed emarginati. Nell’ambito delle iniziative per non dimenticare, coordinate dalla Casa delle Memoria, l’incontro in San Barnaba a Brescia, alla presenza degli amministratori comunali, tra sei studenti che hanno visitato nei mesi scorsi il campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, e circa 400 loro coetanei, affinché siano i giovani a parlare ai giovani e la proiezione durante la mattinata del video testimonianza della sopravvissuta alla Shoah, Edith Bruck. Il ricordo dello sterminio di milioni persone ebree e di altre fedi non può né essere dimenticato né negato” – ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito che “non può esserci fraternità senza aver prima dissipato le radici di odio e di violenza che hanno alimentato l'orrore dell'Olocausto” e che guarda con preoccupazione a ciò che sta accadendo nel mondo, dalle guerre, al riemergere in modo preoccupante - alimentato dall'uso distorto dei social - dell'antisemitismo, dell'intolleranza, del razzismo e del negazionismo.
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